La simulazione con calcolatore nella didattica degli amplificatori operazionali
Sommario
Vengono illustrati
programmi per calcolatore che illustrano i principi e le più importanti
configurazioni applicative degli amplificatori operazionali.
Iniziando dai circuiti di amplificazione a
transistor, viene infatti prima
simulata la struttura dell'operazionale per poi passare alle configurazioni
lineari e non-lineari di questo componente fondamentale per l'elettronica
analogica.
Una serie di programmi è poi dedicata alle risposte
in frequenza degli amplificatori retroazionati, per una più immediata
comprensione degli effetti che la
retroazione produce sul comportamento dell'amplificatore stesso.
Un'altra serie ne mostra le principali applicazioni
pratiche, dai filtri al calcolo analogico e alla regolazione automatica.
La rassegna di questi programmi si conclude con la simulazione di anelli di regolazione automatica di tipo proporzionale(P), proporzionale-integrale (PI) e proporzionale-integrale-derivativa (PID), con possibilità di associare le risposte in frequenza (diagrammi di Bode) con le risposte nel tempo dell'anello stesso, permettendo così progettazione e verifica delle prestazioni del regolatore.
Ad ogni modo, i programmi qui citati sono scaricabili gratuitamente, clickando sul singolo riferimento.
I programmi sono degli eseguibili da VisualBasic (.exe) e non richiedono particolari requisiti per la loro esecuzione in ambiente Windows (salvo la presenza dell'interprete VBRUN300.dll, normalmente già esistente nel software di base del computer).
Premesse
Gli amplificatori operazionali, apparsi alla fine
degli anni sessanta, hanno rivoluzionato l'elettronica analogica, introducendo
possibilità di calcolo che permisero di risolvere brillantemente gran parte dei
problemi posti dall'evoluzione dell'automazione industriale e delle comunicazioni.
Giustamente quindi questi elementi vengono
illustrati nei libri di testo dei corsi di elettronica delle nostre scuole,
anche se gli indirizzi attuali dell'elettronica sono sempre più orientati a
soluzioni digitali' anziché analogiche.
Questa considerazione però dovrebbe portare ad un
diverso modo di insegnare
l'elettronica, non insistendo per esempio in inutili particolari e non facendo sfoggio di altrettanto inutile
trattazione matematica' , spesso fine a
sé stessa e che penso non lasci
traccia negli studenti alla fine degli studi.
La proposta alternativa è una più immediata forma di
comprensione, oggi permessa dall'uso del calcolatore, basata sulla simulazione' del comportamento dell'elemento
inserito in una particolare configurazione circuitale, una sorta di
laboratorio virtuale' in cui con estrema facilità si comprendono gli effetti
delle variazioni introdotte (cambi di parametri o di configurazione).
Naturalmente l'utilizzo didattico di tali programmi
richiede la guida da parte di un Docente, che ne illustri i principi e che indichi agli studenti i più opportuni obiettivi di ricerca, a meno
che non si sviluppino corsi in rete per permettere anche un uso autodidattico
dei programmi stessi.
1)
Dal
transistor all'amplificatore
operazionale
Il primo programma
considerato (trans.exe)
richiama definizioni di transistor ed il concetto di amplificazione di
corrente(b), illustrando poi la
classica configurazione ad emettitore comune, come amplificatore di tensione.
Di questa configurazione viene dato un elementare
circuito equivalente, che permette di capire i concetti di polarizzazione e
dell'amplificazione di un segnale, con possibilità appunto di sperimentarne' il funzionamento.
Così vengono anche presentate le configurazioni ad
emitter follower' e a
'generatore di corrente', propedeutiche per l'introduzione dell'amplificatore
differenziale, cioè della base su cui è stato sviluppato l'amplificatore
operazionale.
Come si potrà notare dall'uso
di tali programmi, la didattica è ridotta all'essenziale, ma l'osservazione del
funzionamento di questi circuiti permette una facile assimilazione dei concetti
fondamentali, quindi un apprendimento più concreto e duraturo.
2)
Impieghi
dell'amplificatore operazionale
Il secondo programa (opamp.exe) permette di chiarire il ruolo del guadagno'
dell'amplificatore per raggiungere la
pratica parità del segnale d'uscita rispetto a quello d'ingresso (a
parte il segno).
Questo fa capire in modo elementare la funzione
di moltiplicatore per una costante'
intrinseca nella configurazione di base dell'amplificatore reazionato e dato
dal rapporto fra resistenza d'ingresso e quella di retroazione.
Così risulta
anche evidente la possibilità di somma' di due o più segnali.
Concettualmente più complessa è la configurazione per integrare' un segnale, ma qui le difficoltà possono derivare da insufficienti basi matematiche o di elettrotecnica (comportamento circuitale del condensatore),
non certo dalla comprensione del circuito.
L'applicazione si riferisce solo al cambiamento
della costante d'integrazione (RC), ma è sufficiente per far capire l'effetto
di questa sull'andamento dell'uscita con segnale d'ingresso costante.
L'ultima voce di questo programma riporta
un'immediata applicazione degli amplificatori operazionali nello studio del
comportamento dinamico di una
configurazione meccanica (un peso
appeso ad una molla) sottoposta ad una forza.
Pur essendo anacronistico l'uso di un simulatore
analogico', questo è un buon esempio di impiego degli amplificatori
operazionali nel calcolo, con la tipica soluzione di un'equazione differenziale
del secondo ordine, permettendo almeno di capire le possibilità di
applicazione, prima dell'avvento dei calcolatori elettronici.
Ritorneremo comunque sull'argomento, con una più recente serie di programmi, che illustra anche il caso di soluzione simultanea
di equazioni lineari.
3) Impieghi non-lineari degli amplificatori
operazionali
Un altro importantissimo campo di applicazioni
riguarda il trattamento non-lineare dei segnali ed un programma apposito (Nolin.exe) ne illustra i principali
esempi.
Il primo esempio riguarda la simulazione del
comportamento del diodo ideale, che permette un facile approccio al concetto di
non-linearità fra segnali di ingresso e di uscita (compresa la saturazione,
quasi mai evidenziata nei libri di testo).
Certamente più
notevole è la generazione di funzioni speciali, quali quella quadratica
del secondo circuito: la visualizzazione del cambiamento di pendenza, cioè del
rapporto fra uscita ed ingresso, è evidenziato dalla simulazione con
l'indicazione del punto di lavoro che si sposta lungo le rette che approssimano la funzione.
Dello stesso livello di importanza è il circuito astabile, cioè il classico
oscillatore ad onda quadra.
Chiude la serie di circuiti basilari la configurazione monostabile', cioè il tipico circuito di ritardo che viene utilizzato anche nei sistemi di automazione a logica sequenziale.
4) Risposta in frequenza degli amplificatori
operazionali retroazionati.
La maggior parte dei libri di testo presenta il
comportamento dei vari possibili modi di retroazione con la corrispondente
funzione di trasferimento, cioè con l'espressione dell'operatore s di Laplace.
Il ricorso alla risposta in frequenza, nella forma di diagrammi di Bode, è certamente un modo per favorirne la comprensione (formalmente si tratta di sostituire jw all'operatore s e di trattare l'espressione come numero complesso, funzione della pulsazione w, riportandone l'andamento in diagrammi logaritmici).
Concettualmente l'interpretazione è elementare: il diagramma di Bode rappresenta l'andamento del rapporto fra segnale sinusoidale d'uscita rispetto quello, sempre sinusoidale, di ingresso, andamento in funzione della frequenza dei segnali (f = w/2p).Un'ulteriore segnalazione è che tali programmi, di più recente realizzazione, utilizzano i progressi fatti dai calcolatori negli ultimi anni, quali una maggior dimensione dello schermo e la possibilità di commenti audio, che facilitano ulteriormente la presentazione e la comprensione degli argomenti trattati.
Questo però dà la possibilità di familiarizzarsi con
l'interpretazione del diagramma di Bode (soprattutto con il guadagno in dB).
Così è anche per la configurazione derivatrice,
duale della precedente, con il semplice scambio di posizione di R e C.
Per completezza, viene anche considerato il caso
proporzionale-derivativo (PD). Anche se di minor importanza pratica, è interessante esaminare questo caso,
soprattutto nella variante di limitazione dell'azione derivativa, in quanto
propedeutica al più completo PID (che verrà dettagliatamente esaminato più avanti).
In questa serie (
APPINDX) vengono evidenziati i principali campi applicativi
delle configurazioni finora viste.
Si inizia da
un doppio filtro, un passa-alto e un
passa-basso, entrambi a 2 stadi, con
indicazione sia dei relativi diagrammi di Bode, sia dell'effetto che questi producono su un particolare segnale (50 Hz, con terza armonica).
Anche i programmi di questa serie sono illustrati da
un commento audio, che guida alla comprensione
e ne suggerisce l'utilizzo.
Mi limito quindi a citare qui l'esistenza dei
programmi, senza entrare nei dettagli.
Il secondo caso esamina quindi i principi su cui si basano questi ultimi, per introdurre poi (terzo caso) i filtri cosiddetti universali'.
La scelta delle resistenze di reazione è fatta in modo da risultare
La frequenza centrale è determinata invece dalla costante di tempo T=RC degli integratori
Si sottolinea comunque che la trattazione succinta di questi sia sufficiente a capirne
l'essenza: una trattazione più particolareggiata come quella che si trova in
ponderosi libri di testo, risulta del
tutto inutile, vista la già citata tendenza dell'elettronica moderna alle
soluzioni digitali (specialmente per i filtri), che si basano su tutt'altri
principi e che garantiscono prestazioni nettamente superiori alle soluzioni
analogiche, sia per precisione che stabilità.
6)
Gli
amplificatori operazionali nella regolazione automatica
Sempre riferendomi ai libri di testo in circolazione
per l'insegnamento dell'elettronica, noto con una certa meraviglia che gran
parte di questi si arresta davanti all'anello di regolazione.
Al massimo si citano i principi, si fa qualche
esempio, ma non viene quasi mai affrontato il problema di progetto e verifica
delle prestazioni di tale anello.
E' un peccato, perché dopo tanto studio dei singoli
elementi, non si arriva a quella conclusione che darebbe senso a tutto quanto:
gran parte delle applicazioni è tuttora (malgrado la concorrenza digitale)
basata sul classico regolatore analogico, il semplice ed economico PID.
Ma anche se fosse obsoleto, i suoi principi
andrebbero comunque assimilati e non si
potrebbero affrontare i ben più complicati regolatori digitali, senza queste
basi.
Credo inoltre che sarebbe anche più gratificante per
gli studenti vedere la conclusione pratica di quanto appreso: il progetto di un
regolatore automatico.
A conclusione di questa panoramica di programmi di
simulazione, vorrei quindi presentare l'ultima serie (oareg.exe) relativa appunto all'applicazione degli amplificatori
operazionali nella regolazione automatica.
La simulazione riguarda sia il sistema regolato (a 1
o 2 costanti di tempo), sia il regolatore vero e proprio, che può essere di
tipo PI, PD o PID, naturalmente chiusi
ad anello.
Schermata dal programma di simulazione degli amplificatori operazionali
nella regolazione automatica: simulazione del sistema regolato (a 2 costanti di
tempo).
Schermata dal programma di simulazione degli amplificatori operazionali nella regolazione automatica: simulazione del regolatore (PID).
Attivando poi il tasto Bode', si avrà la risposta (a ciclo aperto) dell'anello: da questo andamento si dovrebbero prevedere le prestazioni ottenibili con la effettiva chiusura dell'anello stesso (ed in questo consiste l'addestramento del progettista), prestazioni comunque verificabili con il tasto gradino' che applica all'ingresso dell'anello un riferimento a gradino, disegnando poi l'effettivo andamento nel tempo del segnale regolato (uscita).
La cosa non è però così semplice, ed ottenere un andamento dell'uscita non troppo oscillante e tuttavia nemmeno troppo lenta, è appunto l'arte del progettista (a meno di non ricorrere ai metodi di calcolo automatico dei parametri ottimi, disponibili nel programma stesso).
Credo (almeno mi auguro) che un po' di esercitazioni su questa simulazione metta in grado chiunque perlomeno di capire il procedimento di messa a punto di un regolatore automatico, indispensabile premessa, come già detto, alla comprensione degli attuali ben più complessi regolatori digitali.