- Amplificatore di transresistenza
- Amplificatore di transconduttanza
- Amplificatore di corrente
- Voltage Follower
Tratto dal sito "Laboratorio di elettronica": Una grande quantità di materiale di alta qualità sull'elettronica, scritto dai professori Trivi e Monteduro dell'I.T.I.S. Fauser di Novara.
Amplificatore di transresistenza
Si preleva una tensione in uscita e la si riporta, come corrente, in parallelo alla maglia d'ingresso, quindi sarà una reazione di tensione - parallelo, ovvero, parallelo - parallelo.
La funzione di trasferimento sarà
data da:
Bisogna notare che la tensione di uscita risulta "pilotata" dalla corrente in ingresso, questo giustifica il nome di amplificatore di transresistenza, dato al circuito.
Dall'equazione al nodo B, risulta:
ma, non entrando corrente nell'operazionale, Ii = 0. Ne deriva, quindi, che Ie=Ir. Inoltre Vi = 0, ciò implica che il punto B sia praticamente a potenziale di massa. Infatti, si suole indicare B come "Massa Virtuale", ovvero B risulta una massa per le tensioni, ma non per la correnti.
Per le posizioni espresse in precedenza sarà ed essendo posso dire che ovvero
Calcoliamo, ora, la resistenza di ingresso del circuito riferendoci alla Fig.15.
quindi
Come si vede, la resistenza di ingresso per questa configurazione è molto bassa.
Per il calcolo della resistenza d'uscita, consideriamo l'espressione ottenuta dall'analisi del circuito di Fig.13:
prendendo il limite per , otteniamo , che è ancora un valore estremamente basso.
In conclusione, l'amplificatore di transresistenza presenta una tensione d'uscita direttamente proporzionale alla corrente d'ingresso e resistenze d'ingresso e d'uscita bassissime.
Dall'amplificatore di transresistenza, deriva direttamente l'amplificatore di tensione invertente:
Anche di questo circuito calcoleremo il guadagno, procedendo come segue.
Considerando che, essendo Vi = 0, e che, pertanto, il punto B è una massa virtuale, la resistenza che si vedrà fra B e massa è nulla, ovvero, la conduttanza parallela di Norton è infinita. Sotto queste ipotesi, sostituendo al ramo serie l'equivalente di Norton visto fra la massa ed il morsetto B, otteniamo il circuito di Fig. 17, in cui .
Tale circuito è formalmente uguale a quello riportato nella Fig. 14.
Sostituendo nella espressione, ad esso relativa, vista poc'anzi, , il valore di Ie ottenuto, ed al posto di R, R2, avremo:
dalla quale si ottiene:
Per il calcolo della resistenza d'ingresso riferiamoci, ancora, al circuito di Fig.16 notiamo che:
ma, essendo , è lecito scrivere che:
e, siccome Ad è molto grande, vediamo che , da quanto detto deriva che: .
Per quanto riguarda la resistenza d'uscita è facile dimostrare, come si è già fatto per l'amplificatore di tensione non invertente, che Rout è molto bassa, infatti essa è ancora data dalla relazione seguente:
Amplificatore di transconduttanza
Si preleva una corrente in uscita riportandola come tensione in ingresso, sarà quindi una reazione di corrente serie, ovvero serie - serie.
Nell'ipotesi che Vi = 0, avremo Ve = Vr = R·Ir.
Inoltre, essendo sempre Ii = 0 e considerando che Ir = Ii + Iu, si otterrà Ir = Iu che, tramite opportune sostituzioni ci fornisce la relazione:
Questo amplificatore fornisce ad un carico Rl, una corrente direttamente proporzionale alla tensione pilota Ve, questo giustifica il nome di amplificatore di transconduttanza. Il suo grosso inconveniente, è costituito dal fatto, che, non possedendo il carico alcun capo a massa e, quindi, non essendo connesso ad alcun potenziale di riferimento, rimane fluttuante.
Il calcolo della resistenza d'ingresso di questo circuito, può essere condotto osservando che esso è topologicamente identico all'amplificatore di tensione non invertente.
Per comodità riportiamo il circuito utilizzato per il computo, dal quale si ricava:
Come si nota, per l'elevato valore di Ad, anch'essa avrà un valore molto alto.
Per quanto concerne la resistenza d'uscita, consideriamo il circuito di Fig.19:
Per chiarezza, è bene ridisegnarlo come segue:
Risolvendo il circuito, otteniamo:
ma, da cui:
allora:
Da cui
Valore che risulta estremamente elevato.
Si preleva una corrente in uscita e la si riporta come corrente in ingresso. Pertanto avremo una reazione di corrente-parallelo, ovvero serie-parallelo.
Ipotizzando Vi = 0, si ottiene che la corrente Iu si ripartisce nelle due resistenze R1 ed R2. Risolvendo il partitore di corrente, troviamo che
Dall'ipotesi che Ii= 0, risulta Ir = - Ie, pertanto
Anche questo amplificatore ha l'inconveniente di richiedere un carico fluttuante, cioè senza alcun capo a massa.
Volendo calcolare, anche per questo circuito, le resistenze d'ingresso e d'uscita, si può ricorrere a ragionamenti già visti in precedenza ottenendo così, che la resistenza d'ingresso è molto bassa mentre quella d'uscita risulta estremamente elevata.
Inseguitore di tensione ("voltage follower")
L'inseguitore di tensione, deriva direttamente dall'amplificatore di tensione non invertente, quando si faccia tendere R2 a zero ed R1 all'infinito (vedi Fig.11). Il circuito risultante è quello che segue:
Considerando che la Vi è praticamente uguale a 0, otteniamo che .
Presenterà, quindi, amplificazione di tensione estremamente prossima ad 1, unitamente ad un'altissima impedenza di ingresso (circa pari a 2·Ric) ed ad una bassissima impedenza di uscita. Pertanto, essendo privo da rapporti di partizione, sarà utilizzato come adattatore di impedenza fra una sorgente ad alta impedenza di uscita ed un utilizzato