Domanda:
Vorrei sapere se è a norma un impianto alimentato da un trasformatore di sicurezza monofase 220/220, -protetto da un magnetotermico -senza dispositivo di controllo del primo guasto a terra -senza parti del secondario collegate a terra a parte la struttura metallica. Nota che tra entrambe le uscite del secondario e la terra vi sono 110V!!??Risponde admin
Se l'impianto non è esteso, se il trasformatore è un vero trasformatore di isolamento (doppio isolamento o schermo metallico connesso a terra che impedisca il contatto tra primario e secondario CEI 14-6), se i circuiti alimentati dal trasformatore hanno lo stesso livello di isolamento del trasformatore stesso, se le masse dei vari apparecchi sono tra loro connesse, l'impianto è a norma. Il collegamento a terra delle masse, aumenterebbe in realtà il rischio in quanto introdurrebbe tensioni pericolose dovute a guasti sugli utilizzatori alimentati direttamente dalla rete. La norma vieta addirittura tale collegamento. Fanno eccezione i locali adibiti ad uso medico. Per valutare l'estensione dell'impianto si può usare la formula U*L<100000 dove U è la tensione nominale dell'impianto in Volt ed L la lunghezza dei circuiti in metri ( per 220 V in pratica L deve essere inferiore a 500 m). L'estensione dell'impianto determina un aumento della capacità di esercizio, con un conseguente aumento della corrente di guasto che può attraversare il corpo umano in caso di contatto. L'interconnessione delle masse serve per tramutare il doppio guasto a terra in un cortocircuito, permettendo al magnetotermico di intervenire. Il controllo dell'isolamento ed il collegamento a terra delle masse va fatto se l'impianto è esteso: si ricade in tal caso in un sistema IT.La tensione di 110 V è la tensione che deve esserci: infatti le capacità di esercizio dei due fili sono praticamente uguali, risultano in serie rispetto all'alimentazione di 220 V e sono pertanto un partitore capacitivo avente il punto comune nel terreno.