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pubblicato 9 anni fa, 5.239 visualizzazioni

Con il multimetro analogico, oltre le già viste misure di tensione ed intensità di corrente, è possibile eseguire un'ulteriore misura diretta e rapida su un componente elettrico ed in un circuito elettrico, ovvero quella della resistenza elettrica, espressa in ohm : Ω , a differenza della misura indiretta e meno rapida del metodo voltamperometrico.

La misura della resistenza può essere eseguita indirettamente applicando la legge di Ohm, la quale definisce il valore della resistenza incognita Rx attraverso il rapporto della caduta di tensione U misurata ai capi del resistore o del circuito in misura, e dell’intensità di corrente I che attraversa il componente ed il circuito.

A questo punto è chiara la necessità di realizzare un circuito che alimenti il nostro resistore o circuito sotto misura con una sorgente di alimentazione in corrente continua regolabile, ed un amperometro in serie per la misura dell’intensità di corrente ed un voltmetro inserito in derivazione per la misura di tensione, a monte o a valle dell’amperometro.

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pubblicato 9 anni fa, 4.377 visualizzazioni

(Sicurezza) nella 'misura elettrica' è un aspetto che non va sottovalutato,in quanto occorre aver presente che si sta eseguendo a tutti gli effetti "un lavoro elettrico" in prossimità di circuiti elettrici e/o parti attive con i relativi rischi elettrici per i quali vanno adottate le giuste procedure,come ad esempio quella di verificare il corretto funzionamento dello strumento prima di eseguire la misura,ed i DPI previsti con lo scopo di ridurre i possibili rischi elettrici. Questo aspetto avrei dovuto trattarlo nella prima parte di questa esposizione sul multimetro analogico,ma è pur vero che in questa parte la misura elettrica interessa la tensione ed intensità di corrente elettrica alternata,pertanto anche la ben nota tensione di rete (230 V 50Hz),che espone in genere maggiormente ad un rischio elettrico,per il quale non bisogna mai abbassare la guardia,come meglio suggerito in questo articolo, pertanto Attenzione!

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pubblicato 9 anni fa, 2.570 visualizzazioni

La misura di tensione in un circuito elettrico, si esegue collegando lo strumento, in questo caso chiamato voltmetro, in derivazione ai punti di misura, rispettando le polarità per lo strumento, ed avendo cura di scegliere la giusta portata, conoscendo il valore (il suo ordine di grandezza) della tensione da misurare; in caso contrario è sempre conveniente selezionare la portata maggiore disponibile sullo strumento, ed una volta individuato il valore, si scende su una portata prossima per “apprezzare” meglio la misura.

La lettura della rispettiva tensione andrà riferita alla scala in nero contrassegnata con V-mA. Il multimetro,o meglio il microamperometro esegue una misura di intensità di corrente, ma considerando costante il valore della suaresistenza interna rs, è possibile ottenere un’indicazione in tensione. Indicando con Ifs il valore dell’intensità di corrente di fondo scala, e con rs la resistenza interna dello strumento il valore della tensione di fondo scala secondo la legge di ohm vale

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pubblicato 9 anni fa, 2.894 visualizzazioni

Conobbi il multimetro analogico (o tester analogico) con il nome di “strumentino” così come lo chiamava “Umbertino” il tecnico riparatore tvc nonché il mio maestro nel mondo dell’elettronica radio tv. Quando iniziava la sua attività di riparazione sugli apparecchi tv, eseguiva con un unico strumento, il multimetro analogico, le relative misure di tensione , intensità di corrente, resistenza e verifica di semiconduttori, attività proprie di una ricerca guasto. Ero alle prime esperienze di lavoro, e nel mondo elettronico delle riparazioni, lo strumentino in questione era il mitico multimetro analogico ICE680G che non tardai ad acquistare ed ancora oggi conservo come una reliquia ed all’occorrenza utilizzo, fermo restando un valido strumento ancora oggi in produzione.

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pubblicato 9 anni fa, 8.588 visualizzazioni

Salve a tutti ragazzi, ciò che vorrei realizzare è un interruttore magnetico; mi spiego meglio. ... ed ho pensato che qualche piccola informazione su questi piccoli e semplici dispositivi di comando potesse far comodo ... :)

Si tratta di dispositivi presenti in ogni apparecchiatura elettronica e possono essere di tipo elettronico ed elettromeccanico; questi ultimi sono i più comuni, e sono quelli che proverò ad illustrare in questa esposizione. Brevemente si può dire che interruttori,deviatori, pulsanti e microswitch, vengono utilizzati per cambiare lo stato di un contatto (stato di chiuso=off , stato di aperto = on ) nel circuito in cui sono inseriti attraverso un’azione di comando meccanica che può essere l’azione manuale di un operatore, o quella di un leverismo o parte meccanica in movimento; differiscono per la loro struttura, le loro caratteristiche tecniche e principalmente per la loro applicazione finale.

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pubblicato 10 anni fa, 875 visualizzazioni

Spesso sottovalutata la segnaletica di sicurezza negli ambienti di lavoro riveste un importanza fondamentale in quanto suggerisce i giusti comportamenti e mette in guardia da possibili rischi in aree o ambienti pertanto seguirne le indicazioni è fondamentale per la propria sicurezza. Il legislatore ne sottolinea l'importanza considerando questo aspetto nel decreto legislativo 81/08 al titolo V Segnaletica di Salute e Sicurezza sul Lavoro (da art 161-ad art 164) fornendo le specifiche norme sulla segnaletica di sicurezza che deve essere presente in tutte le aziende ed ambienti di lavoro.

Ho pensato di rappresentare alcuni segnali di sicurezza,con l'intento di renderli disponibili per eventuali utilizzi in eventuali realizzazioni fidocadj, cercherò in seguito di aggiornare la lista ...

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pubblicato 10 anni fa, 1.786 visualizzazioni

Continua la serie di rappresentazioni di macchine elettriche, attraverso FidocadJ e questa è la volta delle parti fondamentali della “macchina sincrona” ovvero quel tipo di macchine funzionanti a velocità (velocità di sincronismo)costante con tutti i carichi. Rispondono a questa tipologia di macchine gli alternatori ed i motori sincroni, costruttivamente identici al punto di essere (idealmente) macchine di tipo reversibile. La prima è una rappresentazione costruttiva di un alternatore quadripolare monofase con rotore (sistema induttore) a poli salienti, e la parte fissa: lo statore con l'avvolgimento indotto. Le lnee continue rappresentano i collegamenti anteriori tra i conduttori posti nelle cave di statore; le linee tratteggiate mostrano l'andamento delle linee di flusso magnetico prodotto dalla corrente continua che percorre l'avvolgimento di eccitazione, costituito dalle quattro bobine di ogni polo collegate in serie tra loro in modo da produrre un'alternanza di Nord e Sud.

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pubblicato 10 anni fa, 4.281 visualizzazioni

La recente ed ottima pubblicazione guida sul tester digitale by zg84, mi ha anticipato sui tempi e per non ripetermi avevo pensato di non continuare quanto avevo iniziato sullo stesso argomento… ma avevo già del materiale realizzato e con un tocco di fidocadj … così ho pensato che era il caso di annotare quanto realizzato nel mio notes … :)

“passami lo strumentino …” era solito chiamarlo così, quando il mio “maestro” preso in una delle sue quotidiane riparazioni TV, mi indicava di passargli il suo fedele inseparabile ed indispensabile multimetro analogico: il mitico ICE680. Erano i tempi in cui iniziavo a muovere i primi passi nel mondo dell’elettronica e delle riparazioni in un laboratorio non distante da casa e dagli studi … chissà se il “maestro”, oggi chiamerebbe così anche il “multimetro digitale” (digit: numero) o “DMM” (dall’inglese Digital multi-meter) comunemente noto con il nome di “tester" (dall’inglese –to test) lo strumento di misura universale che consente di valutare/verificare le grandezze fisiche fondamentali che governano i circuiti elettrici ed elettronici ovvero quelle di tensione (volt - V), intensità di corrente (ampere - A) e resistenza (ohm - Ω).

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pubblicato 10 anni fa, 847 visualizzazioni

questa volta mi sono soffermato sul disegno di una vecchia capsula microfonica di un telefono vintage ... :)

Il telefono è costituito da due dispositivi, un dispositivo trasmettitore detto microfono che trasforma le vibrazioni acustiche prodotte dai suoni in intensità di correnti elettriche variabili, il microfono ordinario è del tipo a granuli di carbone. Questo microfono è realizzato da un disco di carbone di storta1 munito di un certo numero di scanalature dove vengono allogati numerosi granuli formati da un impasto di polvere di carbone e nero fumo,sui quali poggia una sottilissima lamina circolare formata anch’essa di polvere di carbone compressa,l’intensità di corrente elettrica che attraversa questo dispositivo è fornita da una pila. Questa intensità di corrente troverà una resistenza al suo passaggio nel microfono,e sarà di tipo variabile in funzione della vibrazione della lamina quando si parlerà davanti al microfono,si otterranno così variazioni di corrente che potranno essere trasmesse su di una linea elettrica,ad un altro dispositivo che realizza il telefono ovvero l’ apparecchio ricevitore.

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pubblicato 10 anni fa, 662 visualizzazioni

Questa volta non ho saputo resistere nel riprodurre la rappresentazione della f.em. all'interno di una pila come raffigurato in un vecchio libro di elettrotecnica che ho rispolverato … :)

"la reazione chimica all'interno di una pila,suscita delle forze interne atte a trasportare gli elettroni dalla piastra di rame alla piastra di zinco che assume polarità negativa, mentre quella di rame assume polarità positiva; il lavoro compiuto da queste forze interne per trasferire l'unità di carica dal polo positivo al polo negativo si chiama forza elettromotrice, o in forma abbreviata f.e.m."

i due poli della pila si trovano a due potenziali elettrici differenti o meglio fra di loro è presente una differenza di potenziale o tensione elettrica, significando con questo l'energia disponibile allo stato potenziale in ciascuno degli elettroni addensati sul polo negativo rispetto all'altro polo che li attrae.

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