gekofive ha scritto:stefanopc ha scritto:Secondo me il vero problema è il voler già sapere cosa penserai tra x anni quando avrai terminato uno dei tanti step che compongono il tuo percorso di formazione (vita).
Ma il problema è che le scelte devono essere fatte ora, e influenzeranno l'intera carriera professionale. Permetterai che è leggermente stressante prendere decisioni come queste. Uno può anche dire
si vedrà e andare avanti un po' a casaccio, ma a me non sembra la scelta migliore.
(...)
Questa è una convinzione messa in giro da chi pretende che sia la formazione accademica a definire la carriera professionale. Nulla di più distante dal vero.
Il tuo percorso accademico ti fornirà innanzitutto strumenti e modi di ragionare. Decidere come tu userai quelle competenze sarà compito tuo. Conosco fisici che fanno progettazione, meccanici che fanno aerodinamica, economisti a capo di unità di sviluppo software ed ingegneri elettronici che... ti racconto questa:
Un carissimo amico e collega di studi (ing. elettronica, UniPD), mente eccelsa, peraltro membro anche di ElectroYou, aveva improntato la propria carriera universitaria alla progettazione. Entrambi eravamo fermamente convinti di diventare progettisti elettronici nel ramo analogico/potenza. Ebbene, al quinto anno sosteniamo insieme l'esame di ottica applicata, un esamino apparentemente minore, da 6 crediti, fatto principalmente per curiosità. Nel suo caso la curiosità si è trasformata in folgorazione.
Abbiamo completato poco dopo il nostro percorso di laurea magistrale, dopodiché lui ha proseguito con un PhD nel ramo dell'ottica per impiego satellitare, definendo il progetto e la realizzazione di specchi multistrati e sistemi ottici in banda infrarossa e ultravioletta. Una sonda spaziale attualmente in viaggio adotta un impianto ottico realizzato proprio da questa persona.
Gli strumenti matematici e metodologici che abbiamo acquisito (ad es. calcolo matriciale, analisi reale e complessa, teoria dei fenomeni aleatori, etc.) sono gli stessi, solo che lui li ha impiegati in un ambito radicalmente diverso da quello elettronico.
Per quel che mi riguarda, dopo la Laurea ho iniziato a lavorare in Italia nel ramo della progettazione, per poi virare verso un Master di II livello in Ingegneria del Veicolo, che mi ha portato all'estero negli ultimi 10 anni, lavorando dapprima nel mondo dell'automobile e poi tornando a bomba di nuovo nella progettazione. Ho scritto parti di normative europee, poi mi mi sono ritrovato a fare qualità (interessantissimo), dopodiché ho fondato e tuttora dirigo una società multinazionale di ingegneria. Mi occupo (ovviamente non da solo) di progettazione, di produzione, di elettronica, di meccanica, di consulenza e pure di cause legali in ambito tecnico. Tieni conto che ho 38 anni, ho praticamente appena iniziato.
Cerca quindi di scegliere un percorso accademico che ti dia strumenti validi per pensare bene.
Scegli poi una bella "piazza": i colleghi di corso diventeranno il tuo network una volta finito il percorso accademico. Metti in conto assolutamente almeno una esperienza all'estero, se possibile in una grande multinazionale, per una ragione fondamentale: vivere all'estero ti fa uscire dalla provincialità e ti fa acquisire un modo di pensare ancora migliore e globale. Impari a capire tante cose del tuo Paese e del mondo in generale. Abituati al cambiamento e vedilo come vantaggio e opportunità di crescita. Importantissimo: rimani sempre affamato.
Riguardo la lingua: ai colloqui chiedo ai candidati quale terza lingua conoscano. Un ottimo inglese è ovviamente scontato.
Alberto.