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dottorato di ricerca

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[11] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto Utenteelfo » 11 giu 2023, 12:58

Simona99 ha scritto:1) con borsa di circa 1400 euro
3) no, però ho fatto la tesi all'estero (stati uniti)

Anche se - ovviamente - non ho titolo per dare suggerimenti, alle condizioni che elenchi, ci penserei non una ma tre volte prima di rifiutare il dottorato.

Se non ricordo male Foto Utentegill90 (dal suo profilo:attualmente ricercatore presso l'Università degli studi di Udine) ha raccontato sul forum il suo percorso inverso: dall'industria all'accademia.

Ho trovato il link :-)
viewtopic.php?f=1&t=83582&p=881392#p881392
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[12] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteGioArca67 » 11 giu 2023, 16:53

Concordo con l'idea di Foto Utenteboiler.
Considera che in Italia un ingegnere (soprattutto elettronico, visto che di elettronica vera si fa poco) in una grande azienda viene assunto come mulo (anche perché ci sono troppi somari in giro).
L'Intelligenza Artificiale sarà sempre più diffusa, quindi quelli che lavorano solo col cervello avranno vita dura.

Se poi la specializzazione/settorializzazione è molto spinta hai il problema di riuscire a trovare dove inserirti.

Ovviamente la scelta devi farla tu, per quello che ti senti di fare: più teorico, più pratico.
La formazione che hai avuto fin dalle superiori è molto più orientata sul teorico (per questo chiedevo, magari avevi fatto un istituto tecnico) e non ti aiuta per la parte pratica.

Ad ogni modo... benvenuta! ... e fai subito l'esame di stato... può sempre servire O_/
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[13] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteSimona99 » 12 giu 2023, 0:50

stefanopc ha scritto:Dovresti fare la classica scelta che al momento attuale si riassume così.
Rimanere in Italia purtroppo significa avere a disposizione mezzi relativamente limitati e percorsi personali piuttosto lunghi e travagliati (meritocrazia/raccomandazioni) con retribuzione limitata ecc.
Andare all'estero (cervelli in fuga) il contrario di quello che succede da noi.
Qualche spunto in generale.
Hai fatto domanda al CERN?
https://quantum.cern/
Conosci bene l'inglese?
Se dovessero prenderti in una azienda, dove faresti ricerca esattamente nel settore che ti piace, pagata profumatamente ma che lavora prettamente per l'industria bellica?
Ti piace viaggiare e conoscere il mondo?
Buona scelta. :ok:
Ciao
P. S.
Qui si era discusso di argomenti analoghi.
viewtopic.php?f=1&t=83582

viewtopic.php?f=10&t=86178
Vedi post [14]


Ciao, grazie per i link delle vecchie discussioni
Ho visto che al CERN si occupano di quantum computing però non mi pare che al momento sia possibile entrare per un dottorato. Avevo anche guardato l'IBM di Zurigo, ma al momento le uniche posizioni aperte sono per post doc.

Direi che non mi dispiacerebbe viaggiare anche se preferirei stabilizzarmi in un luogo (non per forza Italia, va bene anche Europa)

Per quanto riguarda la domanda sull'industria bellica, onestamente è una questione che non mi ero mai posta, però da quel che so tutte le migliori tecnologie elettroniche sono state ideate ed utilizzate per fini bellici, quindi non è da escludere che anche questa lo sarà. Se dovessi scegliere tra l'università e l'azienda, ti direi l'azienda perché comunque anche se la tecnologia viene scoperta in università poi può essere utilizzata dall'industria bellica, e quindi a parità di condizioni sceglierei dove si guadagna di più (probabilmente sono una brutta persona)
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[14] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteSimona99 » 12 giu 2023, 0:55

boiler ha scritto:
Cosa ti piacerebbe fare tra 15 anni? Accademia o Industria?

All'estero, se vuoi, puoi andarci sia con il dottorato che con il master.
Con il dottorato rischi di dover andare all'estero.

Boiler


Onestamente io preferirei l'Accademia all'industria, non so se mi ci vedo come ingegnere che lavora in azienda. Ma se il dottorato dovesse servire solo a ritardare e magari peggiorare l'entrata in azienda, tanto vale iniziare subito
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[15] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto Utentefantom2002 » 12 giu 2023, 7:43

Simona99 ha scritto:Onestamente io preferirei l'Accademia all'industria, non so se mi ci vedo come ingegnere che lavora in azienda. Ma se il dottorato dovesse servire solo a ritardare e magari peggiorare l'entrata in azienda, tanto vale iniziare subito

Se ti fosse piaciuta [puro esempio] la Storia dell'Arte, avresti scelto di fare l Alberghiero (scelta e scuola di tutto rispetto... per carita') solo per non ritardare la scelta di lasciare l'insegnamento o il lavoro di critica d'arte per cominciare a fare un lavoro piu retribuito?

Scegli la passione, almeno quando ti girerai indietro non sentirai di aver lasciato passare un treno su cui saresti voluta salire. C'e' tempo per fare le ragnatele in una vita che non ti piace. E poi nel frattempo tra un convegno e una ricerca... potrai sempre continuare a guardarti intorno alla ricerca di altro. non stai firmano un patto di sangue. Su un orizzonte di 40 anni lavorativi, 3 anni di ritardo non sono nulla
La vita è già così difficile, perché ce la complichiamo ulteriormente?
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[16] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteNSE » 12 giu 2023, 10:21

Salve
Provo a darti qualche info in più ma partirei da un'altra visione.
Questa è la situazione dell'Italia attuale, secondo me è da tener ben presente:
Catturapop.JPG

Fonte: https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2022/

Quindi:
1) la vostra generazione si trova in una situazione di opportunità simile a coloro che hanno vissuto negli anni '60 (di molto superiori di coloro che si sono affacciati sul mercato negli anni '90): offerte di lavoro superiori ai pochi giovani presenti, una generazione corposa che sta andando in pensione, e la possibilità di avere una mobilità molto superiore: andare a Berlino adesso non è come andarci negli anni '90. Quindi voi avete una possibilità di errore e di ripartire da zero che altre generazioni non si sono potute permettere.

2) se vuoi fare il dottorato, fai pure, tieni presente che possono accadere le seguenti situazioni: essere inserita in un gruppo di lavoro in cui fa lavoro di bassa manovalanza per il docente mediocre di turno, essere inserita in un gruppo dinamico in cui hai la possibilità di coltivare tanti contatti per poi cambiar quando vuoi, essere inserita in un gruppo in cui il fine è fare la carriera accademica e quindi i contatti con l'esterno sono "regimentati" proprio per non farsi scappare le teste affinché aiutino gli altri a fare carriera.

3) non aver paura del mondo del lavoro, esistono le solite 3 opzioni del punto 2)

4) stante il punto uno NON CREDERE a nessuno di coloro che ti dicono "aspetta, non rompere le scatole che domani tocca a te", stante la situazione demografica le vostre opportunità sono già oggi.

5) manda sempre curriculum anche quando sei soddisfatta, ve lo potete permettere.

6) stante la situazione demografica. .poi permetterti di non aver paura e sbagliare quanto vuoi., ti andrà sempre bene,
Altrove. .Volutamente Anonimo
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[17] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto Utentegill90 » 12 giu 2023, 10:32

Io ho avuto gli stessi tuoi dubbi, tant’è che subito dopo la laurea ho iniziato a lavorare in azienda proprio per motivi simili ai tuoi. E ora mi ritrovo a continuare la mia curiosa carriera proprio con un dottorato.

In effetti devo dire che il feeling che ho avuto io (per esperienza personale e parlando con alcuni amici) è che qui in italia il dottorato non sia capito davvero da parte del mondo industriale.
Posso citarti esempi in cui ai colloqui viene detto da gente dell’HR (ma tante volte anche dai capi): “figo il dottorato, ma se solo potessi convertirlo in 3 anni di esperienza in azienda…”. Per carità, te lo riconoscono e ti alzano lo stipendio, ma soprattutto nelle aziende più arretrate mentalmente queste cose possono succedere, anche se ovviamente devo ammettere che siano casi e che non tutto il mondo del lavoro italiano sia così.
Anche perché le cose stanno un po’ cambiando da allora.

Diverso è invece il discorso all’estero, dove avere il PhD è un tratto distintivo che viene messo in discussione molto meno, addirittura da alcune parti se non hai il dottorato non puoi ambire allo stesso percorso (in termini di carriera) rispetto a uno che ce l’ha. Questa cosa è abbastanza evidente se pensi al fenomeno dei cervelli in fuga, e soprattutto al fatto che vengono pagati per tornare (conosco gente che sta maturando i requisiti per tornare al momento giusto).


Detto ciò, ti posso dare qualche consiglio:

1) cosa spesso sottovalutata, non è solo il dottorato ad avere importanza, ma anche con chi lo fai. Entrare in un gruppo forte è importante, ma quei 3 anni devono essere qualcosa che fai con grinta, impegno e serenità; se questi requisiti mancano diventa un po’ un peso, e questo dipende tanto da chi ti gestisce e dall’attività che ti viene affidata.
Informati bene, chiedendo consigli in giro più che puoi, su com’è il tuo supervisor, cosa faresti nel dettaglio e (bonus) se ci sono possibili sbocchi lavorativi immediati per questa attività.

2) comincia a pensare se vuoi lavorare in Italia o all’estero. Questo non vuol dire necessariamente trasferirsi, ci sono tanti lavori che funzionano ancora con lo smart (tanti ancora full-remote) oppure puoi fare il frontaliere.

3) considera che, alla lunga e in generale, specie se sei uno che ha le capacità per farlo, avere un titolo in più ti può solo dare vantaggi (se proprio non in italia, almeno fuori), e non averlo ti potrebbe lasciare con quel pensiero nell’angolino della tua testa di averlo potuto prendere (noi umani siamo straordinari a raccontarci storie). Chiaramente, nulla ti vieta di recuperare dopo se cambi idea.

4) non fare mai le cose per paura.
Se vorresti fare il dottorato, ma per paura delle ripercussioni non lo fai, rimpiangerai questa scelta e toglierai potere alla tua autodeterminazione. Ovvio che un po’ di paura di sbagliare c’è sempre, nella vita quotidiana è normale perché siamo (chi consciamente chi inconsciamente) soggetti al libero arbitrio; ma un conto è fare le cose con paura, un conto è per paura.


Spero di averti schiarito un po’ le idee.
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[18] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteSimona99 » 12 giu 2023, 11:14

gill90 ha scritto:
1) cosa spesso sottovalutata, non è solo il dottorato ad avere importanza, ma anche con chi lo fai. Entrare in un gruppo forte è importante, ma quei 3 anni devono essere qualcosa che fai con grinta, impegno e serenità; se questi requisiti mancano diventa un po’ un peso, e questo dipende tanto da chi ti gestisce e dall’attività...

Ciao, intanto ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. Riparto dal tuo punto 1. I professori che dovrei avere come supervisor sono delle "brave persone" sono abbastanza disponibili e non sono quel tipo di prof che usando i dottorandi come bassa manovalanza semigratuita. Il problema è che questo argomento di ricerca è abbastanza nuovo nel mio dipartimento, quindi non c'è un gruppo già formato con esperienza ed agganci vari, ma ci saremmo io, i due prof e qualche altro ragazzo che si aggiunge quest'anno. Capisco che come tutte le cose appena iniziate necessitano del tempo prima di ingranare e quindi anche se adesso non ci sono agganci, magari tra un paio di anni ci saranno ed io sarò tra i primi a beneficiarne. C'è però un grande ma, io non so quanto i prof abbiamo deciso di prendere sul serio questo argomento di ricerca, mi spiego meglio . Fino a qualche anno fa, il quantum computing era un tema "schifato" nel mio dipartimento (lo so per esperienza personale), dall'anno scorso, invece, quando il tema è iniziato a diventare mainstream, si è acceso questo improvviso interesse, al punto tale che ci si è mobilitati per aprire un corso di quantum computing da poter aggiungere al piano di studi (partirà quest' anno). Francamente a me questa cosa dà tanto l'impressione di una furba mossa di marketing per attirare studenti. E non vorrei che questo dottorato sia parente al corso e che quindi venga fatto solo per attirare studenti e no con la reale intenzione di fare ricerca e imbastire collaborazioni.

Premesso che io non faccio parte degli studenti che farebbero questo tema perché "va di moda" e lo dimostra il fatto che io sul quantum computing ci ho fatto una tesi triennale (quando nel mio dipartimento era odiato) e ci sto facendo anche la tesi magistrale.
Io mi rendo conto che il tema non è "industriale" e quindi senza gli agganci giusti farei poi fatica a inserirmi nel mondo del lavoro, se poi a questo dovesse aggiungerci anche il fatto che il dottorato si riveli una gran pagliacciata fatta solo per fare vedere quanto siamo fighi, onestamente mi cascano le braccia e mi passa anche la voglia.
Probabilmente sono molto pessimista, però io posso basare le mie considerazioni solo su quello che so
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[19] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto Utentegill90 » 12 giu 2023, 12:34

Simona99 ha scritto:Fino a qualche anno fa, il quantum computing era un tema "schifato" nel mio dipartimento (lo so per esperienza personale), dall'anno scorso, invece, quando il tema è iniziato a diventare mainstream, si è acceso questo improvviso interesse, al punto tale che ci si è mobilitati per aprire un corso di quantum computing

Ti stupirà, ma questa cosa è assolutamente normale.

Siamo abituati a pensare all'università e all'azienda come due mondi separati e con metodologie contrastanti, tuttavia anche l'università segue lo stesso principio del mondo del lavoro; perché in sostanza sono sempre i soldi che muovono tutto: anche l'università ha i suoi conti da fare e le sue strategie da adottare (al pari di un'azienda) per restare competitiva e al passo coi tempi. Se una università (o un corso) non dà risultati o non ha abbastanza numeri viene chiusa, così come un'azienda che non fattura abbastanza alla fine fallisce (o un dipendente che non rende viene licenziato).

Purtroppo sono dinamiche più grandi di noi e non ci è dato sapere se una tale scelta funzionerà oppure no, ma quello che puoi fare tu è far sì che il gruppo (e il settore) cresca grazie anche al tuo contributo; hai la possibilità di non essere un semplice "utilizzato", ma di creare tu stessa interesse in chi ti sta intorno con quello che stai portando avanti.


Detto ciò, considera che in questo momento il settore del Data Science e dei suoi derivati (tra cui il Quantum Computing) è continuamente in crescita e continuano a spuntare da tutte le parti corsi e master a riguardo. Non sarà una parentesi che morirà a metà del tuo dottorato e se c'è un momento per investirci su, sicuramente è questo.
Se hai dubbi sulla continuità dell'ambito, ti consiglio di fare una bella (ma intendo bella) chiacchierata con il tuo possibile supervisor, in cui gli spieghi i tuoi dubbi e magari inizi anche a investigare su come funziona veramente da dietro il mondo accademico. Chiedigli quali sono le vedute generali a livello dipartimentale e quanti fondi ci sono e come andranno destinati.

Simona99 ha scritto: se poi a questo dovesse aggiungerci anche il fatto che il dottorato si riveli una gran pagliacciata fatta solo per fare vedere quanto siamo fighi, onestamente mi cascano le braccia e mi passa anche la voglia.

Preparati perché questa mentalità la troverai quasi dappertutto nel mondo lavorativo. Nessuno fa nulla per nulla, dalle aziende alle università ai giorni nostri tutti devono dimostrare di essere sufficientemente fighi per sopravvivere, soprattutto per numeri medio/alti l'apparenza e la capacità di saper vendere fanno da padrone; l'equilibrio perfetto sta nel trovare il proprio spazio (e il giusto tempo) per poter sviluppare le attività che ci piacciono e contribuire ad arricchire tanto noi stessi quanto gli altri (per questo esiste la comunità scientifica), consapevoli che all'esterno il mondo gira così.


Non sei pessimista, sei forse troppo idealista. Ma i tuoi dubbi sono legittimi e dovresti chiarirli carcando di capire più nel dettaglio la situazione della tua università nello specifico.
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[20] Re: dottorato di ricerca

Messaggioda Foto UtenteGioArca67 » 12 giu 2023, 13:02

Però scusa, un conto è fare un PhD presso non si sa chi e che non ha nessuna esperienza sul campo e "costruirla" insieme... altro farlo presso una struttura valida dal punto di vista ricerca e specialmente in quel campo.

Sicuramente ho io una visione limitata, ma al 99,9% delle aziende italiane non serve un laureato di 5 anni, figuriamoci un PhD...
Per fare un PhD penso che si debbano avere le idee ben chiare su quel che si vuole fare dopo, se si hanno aiuti in famiglia in tal senso credo sia meglio.
Io vedo un grande rischio di sottoutilizzazione.
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