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DarwinNE » 27 gen 2021, 16:37
Io come dicevo nel thread da cui è partito il tutto, partecipo volentieri, posso dedicare del tempo tra un due/tre settimane.
Riassumendo un po', come si è già detto, anni fa avevo messo a punto questo accrocchio per fare una misura a quattro punte:
http://davbucci.chez-alice.fr/index.php ... _meter.incRibadisco che è un accrocchio e ci sono cose di cui oggi non sono fiero. Se mi è concesso citarmi:
Il circuito ha un vero e proprio errore perché ho usato un operazionale con una tensione di alimentazione troppo bassa. Un'altra cosa che non mi piace è che la tensione sinusoidale non è molto ben controllata in ampiezza, il che va a far derivare la calibrazione dello strumento.
Per la misura di ESR bisognerebbe decidere come procedere. Il mio circuito prevedeva di misurare la tensione su un partitore in cui la parte capacitiva era considerata sostanzialmente un cortocircuito perché la misura viene fatta ad una frequenza elevata. Il circuito di NE utilizzava un ponte. Entrambi i circuiti utilizzavano una tensione di prova molto piccola, di modo da poter fare delle prove in-circuit. Ci sono tanti schemi in giro di misuratori di ESR, quindici anni fa avevo cercato un po' ed erano più o meno tutte idee del genere.
La letteratura sulle misure RL è molto vasta... Io avevo trovato questo documento:
https://wiki.epfl.ch/carplat/documents/rcl_agilent.pdfMa è piuttosto generico e non l'ho ancora studiato abbastanza per vedere quanto di utile si può ottenere su una misura ESR in-circuit. C'è comunque un riassunto interessante delle tecniche di misura a pagina 2-3 e seguenti, io ad istinto ho subito adocchiato la misura mostrata in figura 2-3, magari accoppiando una misura di zero-crossing per sapere di quanto la corrente è sfasata rispetto alla tensione.
Un aspetto interessante del mio circuito è la misura a 4 contatti che è indispensabile per avere letture su resistenze piccole o molto piccole. Avevo tentato di utilizzare un amplificatore logaritmico per aumentare un po' la scala di misura, ma con poco o pochissimo successo. Dopo la calibrazione (che si sballava dopo un po'), riuscivo a misurare tra 20 mΩ e diciamo un 3 Ω su una scala di uno strumentino analogico.
Riflettendoci oggi, ritengo sarebbe stato meglio adottare due o tre "range" di corrente per l'eccitazione con un minimo di intelligenza di controllo che scelga quella adatta di modo da mantenere sempre la tensione sul dispositivo sotto test sotto ai 200 mV picco/picco.