Quanto valutiamo economicamente la sicurezza elettrica?
Alcune norme, adottano un approccio probabilistico, considerando il rischio come prodotto della probabilità di accadimento dell'evento per il danno causato.
Ad esempio quella sulla protezione dalle scariche atmosferiche (CEI EN 62305) assume come rischio accettabile quello di 1 fatalità su 100'000 anni uomo: ovvero ogni anno per un individuo c'è una probabilità su 100'000 di incorrere in un incidente fatale.
Quanto sareste disposti a pagare annualmente per ridurre tale rischio da 1 / 100'000 anni a 1/110'000 anni?
Sondaggio: Quanto valutiamo la sicurezza elettrica?
Moderatori: MASSIMO-G,
sebago,
lillo,
Mike
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Questi valori probabilistici fatico a "figurarmeli"; così di botto, probabilmente sbagliando, direi che mi cambia poco e voto 10-15 euro.
Anche se mi rendo conto che 15 euro sono nulla per avere circa un 10% di rischio in meno
Anche se mi rendo conto che 15 euro sono nulla per avere circa un 10% di rischio in meno
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Di primo acchito ti risponderei dipende.
Ovviamente una struttura pubblica non dovrebbe porsi nemmeno il problema e rendere più sicure le proprie strutture, dato che le cifre da te prospettate sono comunque sostenibili.
Un privato (imprenditore) si farebbe già qualche conto in più, valutando quel 10%.
A casa mia probabilmente mi avvicinerei al discorso fatto per il pubblico.
Ovviamente una struttura pubblica non dovrebbe porsi nemmeno il problema e rendere più sicure le proprie strutture, dato che le cifre da te prospettate sono comunque sostenibili.
Un privato (imprenditore) si farebbe già qualche conto in più, valutando quel 10%.
A casa mia probabilmente mi avvicinerei al discorso fatto per il pubblico.
"Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono a volte"
Per qualche dollaro in più
Per qualche dollaro in più
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Sono già venuti fuori alcuni punti di grande interesse:
La differente valutazione del rischio tra privato e pubblico
E la considerazione etica di carattere generale
La seconda osservazione nasce da un tipico misunderstanding. Il punto della domanda non è stabilire il valore di una specifica vita umana, ma capire quanto siamo disposti a spendere per diminuire il rischio di un infortunio fatale.
La differenza è sottile, ma fondamentale: se fossimo disposti a spendere una cifra indefinitamente alta (e se avessimo risorse infinite) per diminuire di un delta piccolo la probabilità di un infortunio mortale da fulminazione allora tutti gli edifici, compresi case e condomini, sarebbero dotati di un LPS esterno ed interno, mentre nei fatti pochissimi ne sono provvisti.
Relativamente all'osservazione di
Guerra, il bias dovuto alla dicotomia pubblico/privato è tipica nell'analisi di queste valutazioni sul costo della sicurezza.
Relativamente alla sostenibilità di tali spese, non sono poi così piccole: translate su scala nazionale, le cifre del sondaggio portano a valori compresi tra i 600 milioni ed i 6 miliardi di euro all'anno!
La differente valutazione del rischio tra privato e pubblico
Guerra ha scritto:Ovviamente una struttura pubblica non dovrebbe porsi nemmeno il problema e rendere più sicure le proprie strutture, dato che le cifre da te prospettate sono comunque sostenibili.
Un privato (imprenditore) si farebbe già qualche conto in più [...]
E la considerazione etica di carattere generale
TITAN ha scritto:Nessun importo ripaga la vita di una persona.
La seconda osservazione nasce da un tipico misunderstanding. Il punto della domanda non è stabilire il valore di una specifica vita umana, ma capire quanto siamo disposti a spendere per diminuire il rischio di un infortunio fatale.
La differenza è sottile, ma fondamentale: se fossimo disposti a spendere una cifra indefinitamente alta (e se avessimo risorse infinite) per diminuire di un delta piccolo la probabilità di un infortunio mortale da fulminazione allora tutti gli edifici, compresi case e condomini, sarebbero dotati di un LPS esterno ed interno, mentre nei fatti pochissimi ne sono provvisti.
Relativamente all'osservazione di

Relativamente alla sostenibilità di tali spese, non sono poi così piccole: translate su scala nazionale, le cifre del sondaggio portano a valori compresi tra i 600 milioni ed i 6 miliardi di euro all'anno!
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Goofy ha scritto:dire 10 €/ anno significa attribuire il valore di 11'000'000 € alla vita umana. O sbaglio?
Il parametro al quale ti riferisci è il valore di una vita statistica (value of a statistical life- VSL), un nome veramente infelice per valutare quanto siamo disposti a spendere per una piccola variazione nel rischio.
Per arrivare a stabilire questo valore servono meta-analisi ben più complesse di questo sondaggio: diciamo però che se da tali analisi venisse fuori un valore di VSL pari a 11 milioni di euro, per una riduzione del rischio da 1/100'000 ad 1/110'000 per anno si sarebbe disposti a spendere circa 10 euro.
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L'effetto dei problemi di sicurezza elettrica sulla mortalità è un termine esclusivo rispetto agli altri casi di morte. Significa che per una persona di
anni, la probablità di sopravvivere all'anno è
con
la probabilità di morire per altre cause all'età
e
quella di morire di rischio elettrico. Il valore medio che una persona ha per la società in base alla sua età è
. Il costo medio che quindi le morti costano (ma possono anche essere "costi" negativi) alla società è
. Vogliamo valutare la differenza di questo
nello scenario 1 e 2. Il
rappresenta il guadagno (o la perdita) che si sostiene in termini di valore della vita pro capite. Quello equivale alla cifra massima che si dovrebbe essere disposti a pagare per un miglioramento nella della sicurezza elettrica ottenendo un ricavo o alla peggio un pareggio. Sopra sono tutte misure in perdita che socialmente potremmo considerare giuste, ma economicamente non risulterebbero raccomandabili.
Tutto questo senza considerare la probabilità di rischio che questa spesa aggiuntiva non comporti nessun beneficio ma si tratta di un altro discorso.
Se si vuole entrare nel regno delle misure che hanno un costo, perseguendo quindi un fine che non è meramente quello economico, andrebbe considerato se non ci siano altre misure che impattano in modo più significativo sulla mortalità.
Per mettere dentro un paio di numeri a caso visto che non ho le distribuzioni di mortalità disponibili, partiamo da un valore calcolato da ISTAT. Un cittadino italiano medio vale 342.000€. La sua mortalità media è dell'8.4 per mille. Scorporando il rischio elettrico già integrato otteniamo 8.39/1000. Integrando il nuovo rischio più basso abbiamo 8.399/1000. La differenza è quindi dello 0.001/1000. Se lo moltiplichiamo per il valore medio della vita sono poco più di 34 centesimi.
In media quindi per garantire quell'intervento non considererei di pagare più di 34 centesimi all'anno pro capite.









Tutto questo senza considerare la probabilità di rischio che questa spesa aggiuntiva non comporti nessun beneficio ma si tratta di un altro discorso.
Se si vuole entrare nel regno delle misure che hanno un costo, perseguendo quindi un fine che non è meramente quello economico, andrebbe considerato se non ci siano altre misure che impattano in modo più significativo sulla mortalità.
Per mettere dentro un paio di numeri a caso visto che non ho le distribuzioni di mortalità disponibili, partiamo da un valore calcolato da ISTAT. Un cittadino italiano medio vale 342.000€. La sua mortalità media è dell'8.4 per mille. Scorporando il rischio elettrico già integrato otteniamo 8.39/1000. Integrando il nuovo rischio più basso abbiamo 8.399/1000. La differenza è quindi dello 0.001/1000. Se lo moltiplichiamo per il valore medio della vita sono poco più di 34 centesimi.
In media quindi per garantire quell'intervento non considererei di pagare più di 34 centesimi all'anno pro capite.
"640K ought to be enough for anybody" Bill Gates (?) 1981
Qualcosa non ha funzionato...
Lo sapete che l'arroganza in informatica si misura in nanodijkstra?
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fairyvilje
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fairyvilje ha scritto: Quello equivale alla cifra massima che si dovrebbe essere disposti a pagare per un miglioramento nella della sicurezza elettrica ottenendo un ricavo o alla peggio un pareggio. Sopra sono tutte misure in perdita che socialmente potremmo considerare giuste, ma economicamente non risulterebbero raccomandabili.
[...]
Per mettere dentro un paio di numeri a caso visto che non ho le distribuzioni di mortalità disponibili, partiamo da un valore calcolato da ISTAT. Un cittadino italiano medio vale 342.000€. La sua mortalità media è dell'8.4 per mille. Scorporando il rischio elettrico già integrato otteniamo 8.39/1000. Integrando il nuovo rischio più basso abbiamo 8.399/1000. La differenza è quindi dello 0.001/1000. Se lo moltiplichiamo per il valore medio della vita sono poco più di 34 centesimi.
In media quindi per garantire quell'intervento non considererei di pagare più di 34 centesimi all'anno pro capite.
Anche il discorso di

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