CarloCoriolano mi ha detto di non voler spiegazioni riguardo alla soluzione che ho proposto ed io, in omaggio al suo emblema, rispondo come Garibaldi: OBBEDISCO!
Però una considerazione generale la devo pur fare, se è vero che anche "la madre" di tutti i thread di questo tipo ammette più soluzioni e precisamente: se a UNO, DUE, TRE associo TRE, qual è la logica con cui a QUATTRO associo SETTE? La vulgata vuole che io dica che TRE e SETTE sia il numero delle lettere formanti rispettivamente UNO-DUE-TRE e QUATTRO. Ma, mi chiedo ora, perché non dovrebbe essere accettabile anche la seguente soluzione: prendo un Valore di Partenza (UNO, DUE, TRE, QUATTRO) e lo moltiplico per 3; poi, se il Valore di Partenza è un numero primo, divido il risultato per il Valore di Partenza stesso, se no gli sottraggo il numero primo successivo al Valore di partenza Ponsiderato.
Es.
DUE x 3 = 6 / DUE = TRE
QUATTRO x 3 = 12 - 5 = SETTE
Mi si dirà: Ma questa è una soluzione capziosa e per niente generale, su misura per i dati iniziali! Certo che lo è, ma è pur sempre una soluzione a quanto richiesto!
Senza andare a scomodare il vecchio Peano, che riteneva le sue dimostrazioni le più belle (aveva un evidente senso estetico-matematico Peano, ma era PEANO!), possiamo dire che dovrebbe ad ogni modo esserci un minimo criterio-guida per giudicare le soluzioni ai problemi che, se non belle, le voglia per lo meno accettabili.
Che le soluzioni non siano univoche è quindi, per certi problemi, un dato di fatto, ma sarebbe auspicabile che venissero prese in considerazione quelle di
portata più ampia (che non sono quasi mai le più immediate/facili, pur risultando poi spesso le più semplici), dove per "ampiezza" di una soluzione si può oggettivamente intendere almeno: la generalità applicativa, il minor numero di parametri presenti, la rappresentabilità in espressione matematica, una certa diffidenza per "il troppo facile", l'assenza di vistose ed inequivocabili speciosità, ecc. . Mi rendo tuttavia anche ben conto che quelli che io stimo essere criteri evidenti ed oggettivi, siano magari per molti del tutto inessenziali e soggettivi, dipendendo il giudizio dalla individuale sensibilità.
Nel nostro caso, pur essendo le risposte ottenute in certa parte ammissibili, non mi sembravano avere in più o meno larga misura i requisiti di cui sopra, per cui ho inteso, nel corso della discussione, fornire quelli che, meglio che aiuti, chiamerei indirizzamenti, in modo da portare alla soluzione alla fine indicata. Proprio sulla scorta di tali indirizzamenti ho fornito poi, derivandola in un modo che ritengo abbastanza piano, la soluzione.
C'è un po' d'arbitrarietà in questo comportamento? Può darsi, ma, alla luce del criterio utilizzato, non mi sembra del tutto scorretto.
Un'ultima riflessione: se avessi fornito come caso dato anche la sequenza dell'eco al TRE (QUATTRO, SEDICI, ....) e richiesto la sequenza per il QUATTRO (NOVE, OTTANTUNO, ....), mi sarebbe sembrato di banalizzare troppo, ma forse non ci sarebbe stata questa istruttiva discussione perché il problema sarebbe stato più imbrigliato!
Mi piacerebbe al proposito avere, se possibile, l'opinione di quanti hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui.
Grazie.
