
A) nel punto 6, mostravo in modo apodittico (senza quindi ricorrere a figure esemplificative come sempre nelle dimostrazioni dovrebbe farsi) come il problema fosse in senso generale indeterminato.
B) In senso più specifico e pratico, invece, non conoscendo l'insegnante che ha proposto il problema, né i suoi metodi didattici e neppure i suoi intendimenti, ma, non permettendomi appunti di alcun tipo nei confronti di chi non conosco, ed estendendole pertanto il beneficio del dubbio, ho supposto, al punto 12 (iniziavo infatti con "A meno che ...." esprimente un'ipotesi particolare e non assolutamente un'opinione, del qual fatto ulteriormente mi si è voluto imputare), che ella, sulla base dei dati di problema e da quanto spiegato nella lezione pregressa, forse intendesse sollecitare l'acume della scolaresca a trovare quella precisa soluzione che, liberandosi del fardello dell'indeterminatezza delle infinite possibili, individuasse nel "rettangolo" la particolarissima figura cui sembra mirare l'altrettanto particolarissima applicazione assegnata. Doveva forse costituire negli intenti dell'insegnante una prova "d'ingegno applicativo", la definirei.
Voleva però questa mia essere solo un'ipotesi, non credendo che la professoressa potesse cadere in un errore tanto marchiano, sulla presunzione del quale si sta addensando un, a mio parere, eccessivo interesse.
Cordialmente
