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Sblocco delle porte interbloccate

L'iter relativo alla marcatura CE e problemi connessi.

Moderatore: Foto UtenteGuerra

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[21] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteWALTERmwp » 20 ago 2014, 0:18

@fantom2002, non credo tu abbia frainteso: è sempre il PLC funzionale che acquisisce quelle informazioni ma, come già indicato nel Post [7] da @Candy, "c) il PLC funzionale eccita un modulo di sicurezza che apre la catena dei pulsanti di emergenza.", alla fine della catena c'è un dispositivo "Safety" rappresentato da un "Safety_Relay".
Vedo ora, tra l'altro, la ripresa della precisazione ...
Candy ha scritto:il PLC funzionale andrebbe a comandare un qualche relè di sicurezza, messo in serie alla catena dei pulsanti,
L'eccezione che io ho precedentemente indicato (a livello di principio di gestione della macchina) esclude invece, a seguito di una richiesta di apertura, l'applicazione di quanto previsto con la pressione di un pulsante di emergenza perché altrimenti, per quello che so e posso immaginare, con macchine di tale genere, pregiudichi anche la possibilità di interagire a livello diagnostico.

Ciò che non è "Safety", ovvio, non può essere contemplato come tale per soddisfare le normative di riferimento ma, in tal caso, si ipotizza un Relay di tale categoria per impedire una attivazione "imprevista" o "intempestiva" che potrebbe avvenire via PLC funzionale.
Il ripristino delle condizioni (e quindi della catena elettromeccanica) che consentono la ripresa dell'attività produttiva avverrebbe a seguito di un comando manuale preso in carico solo dopo, tra le altre cose, aver chiuso la porta (anche qui "Safety_Switch).

Saluti
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[22] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto Utentefantom2002 » 20 ago 2014, 10:49

Facciamo così, continuo a fare un po d’ordine nella mia testa.
Foto UtenteCandy per cortesia correggimi se sbaglio…

Abbiamo una macchina con organi movimentati da motori comandati da inverter; la macchina è chiusa in un cabinato con porta interbloccata meccanicamente e safety switch di monitoraggio “porta aperta”. Abbiamo un PLC funzionale che gestisce le logiche di avvio, fermata e funzionamento operativo comandando l’inverter di gestione dei motori. In più abbiamo un modulo di sicurezza che gestisce i pulsanti di fermata di emergenza e lo switch di monitoraggio porta aperta.

Abbiamo tre condizioni di funzionamento (qui vado di supposizioni):

    1. Fermata operativa della macchina mediante [comando (non sappiamo come, pressione di un pulsante di stop, comando a video su HMI…) dell’operatore di fermata operativa] OPPURE [termine del processo batch di lavorazione]: il PLC funzionale avvia la procedura di fermata inviando apposito segnale all’inverter, e null’altro (nel senso, credo che non vada ad aprire eventuali contattori di emergenza sull’alimentazione dei motori, ne sblocca la porta). Questa azione la chiamerei Fermata operativa senza apertura porta

    2. Fermata di emergenza della macchina mediante [pressione dei pulsanti di emergenza] OPPURE [non risultano altre azioni relative nella discussione]: questi pulsanti sono collegati al modulo di sicurezza il quale [COSA FA? Comanda l’apertura dei contattori di alimentazione dei motori, deenergizzandoli? Attiva la temporizzazione per l’abilitazione “sblocco porta”? Poi? Restituisce un feedback al PLC funzionale per avvisarlo della fermata di emergenza? E il PLC cosa ne fa?]

    3. Fermata anticipata della macchina mediante [comando (auspico mediante pulsante di fermata diverso da quello al punto 1 perché l’azione sarà diversa) dell’operatore di fermata operativa anticipata] : il PLC funzionale avvia la procedura di fermata inviando apposito segnale all’inverter, invierà al modulo di sicurezza un segnale che “simula” la pressione dei pulsanti di emergenza di cui al punto 2. Questa azione la chiamerei Fermata operativa con apertura porta

Se questa volta sono riuscito a inquadrare bene la situazione, mi verrebbe da fare le dovute conclusioni:

    a. Immagino che tu ti sia già posto il problema della ISO per la situazione di cui al punto 2, dove il loop che gestisce l’emergenza è costituito dalla catena [pulsanti di emergenza – modulo di sicurezza – deenergizzazione motori mediante inverter]; per questo loop, il calcolo della PL deve essere fatto, seguendo la ISO

    b. La situazione di cui al punto 3 non mi sembra ricada all’interno di una procedura di emergenza, perché è una fermata richiesta dall’operatore: tale richiesta ricade poi nell’attivazione del loop di cui al
    punto a
    , di cui hai già fatto le dovute considerazioni. Restano ovviamente le considerazioni di fermate spurie (ma questa diventa una considerazione economica di disponibilità dell’impianto)

    c. Il microswitch sulla porta mi sembra una ridondanza di sicurezza, credo ormai non necessaria ma “male non fa”

Spero di aver centrato la questione, questa volta…
Ultima modifica di Foto Utentefantom2002 il 20 ago 2014, 11:06, modificato 1 volta in totale.
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[23] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteCandy » 20 ago 2014, 10:59

La questione l'hai centrata esattamente. La pressione dei pulsanti di emergenza, agisce sul solito relè (o modulo), di sicurezza, che avverte il PLC per concludere le operazioni e mettersi in "fase", ed entro un tempo preimpostato toglie l'abilitazione agli inverter, trsamite il segnale "EN" della funzione STO, con il feedback consueto.

Però attenzione, il riparo mobile non può fare a meno dello switch di sicurezza, altrimeniti non è un riparo mobile. Non può esistere sulla macchina un riparo apribile che non sia controllato, anche se è interbloccato. Perché, quando aperto, la sua funzione di sicurezza deve essere efficace.
La richiesta di accesso è una procedura funzionale, ma l'apertura della porta è una funzione di sicurezza, e quindi l'analisi del tuo ultimo punto tre è un poco incompleta se vogliamo.
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[24] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto Utentefantom2002 » 20 ago 2014, 11:05

Candy ha scritto:La questione l'hai centrata esattamente
Un bel voto positivo? :lol:


Candy ha scritto:Però attenzione, il riparo mobile non può fare a meno dello switch di sicurezza, altrimenti non è un riparo mobile. Non può esistere sulla macchina un riparo apribile che non sia controllato, anche se è interbloccato. Perché, quando aperto, la sua funzione di sicurezza deve essere efficace.
Ok non toglierlo, ma parto dal presupposto che la porta si è potuta aprire solo perché il modulo di sicurezza ha sbloccato il blocco e mandato in shutdown l'alimentazione dei motori; e se lo ha fatto lui che è certificato safety... dovremmo poter stare tutti tranquilli. Comunque, come dici tu, lascialo pure che nessuno può contestartelo.

Candy ha scritto:La richiesta di accesso è una procedura funzionale, ma l'apertura della porta è una funzione di sicurezza, e quindi l'analisi del tuo ultimo punto tre è un poco incompleta se vogliamo.
Non direi, perché il punto tre richiama poi il punto 2 per completare la funzione di sicurezza.

Direi allora che se vale il punto a, sei a posto.

Edit: ho fatto una correzione al post [22]
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[25] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteCandy » 20 ago 2014, 12:31

Brutta cosa sollecitare i voti... Ma io sovente mi dimentico.
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[26] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto Utentefantom2002 » 20 ago 2014, 12:48

No ma guarda che scherzavo. Si certo mi fanno piacere... ma non partecipo al forum per quello...
comunque grazie
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[27] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteSerafino » 25 ago 2014, 11:13

I moduli di sicurezza elettromeccanici ad apertura ritardata sono degli oggetti molto belli ma hanno il difetto che un tizio impaziente potrebbe cambiare il tempo di attesa semplicemente.
Nei dispositivi "elettronici" è più difficile imbrogliare
I PLC "normali" hanno un dato livello prestazione che, in funzione della pericolosità della situazione in esame, potrebbero essere sufficienti. A me però non è mai capitato nei controllo ripari ad apertura ritardata...

Se impieghi il solo PLC funzionale, alla vecchia, devi mettere un secondo canale elettromeccanico per compensare il PLC (non sono sicuro che impiegando qualcosa di diverso dall'elettromeccanico compenseresti il PLC, ma non lo escludo ovviamente).
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[28] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteSerafino » 25 ago 2014, 19:49

Io ho immaginato che sia un vibrovaglio montato su molle che, una volta arrestato il moto, smorza le sue vibrazioni fino a fermarsi in maniera naturale.
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[29] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteCandy » 25 ago 2014, 20:03

La rappresentazione di Foto UtenteSerafino è calzante. Trattasi di un orientatore molto simile ad un vibrovaglio. Due vibratori, costituiti da MAT con masse eccentriche, regolabili, montate sull'albero motore, fanno vibrare l'orientatore vibrante, che è un vascone montato su molle di vibrazione e smorzamento.
Le foto che ho ritraggono altri particlari, purtroppo la costituzione del vibratore non è ritratta.

In ogni caso, l'ultima fase oscillatoria della massa non è dovuta al motore vibratore, ma alla massa della vasca montata su molle.
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[30] Re: Sblocco delle porte interbloccate

Messaggioda Foto UtenteCandy » 25 ago 2014, 22:26

Serafino ha scritto:I moduli di sicurezza elettromeccanici ad apertura ritardata sono degli oggetti molto belli ma hanno il difetto che un tizio impaziente potrebbe cambiare il tempo di attesa semplicemente.

Di fronte al fascicolo della macchina, (che ovviamente dovrà esserci), risulterà chiaro il valore regolato, ed il perché. Se sarà modificato da chiunque lo farà, non sarà un problema del costruttore, ma di chi ha fatto la modifica in funzione delle leggi del paese in cui la macchina è utilizzata.

Serafino ha scritto:A me però non è mai capitato nei controllo ripari ad apertura ritardata.

Fatta mente locale, in passato dove ho programmato macchine con sblocco porte, tramite PLC funzionali, l'apertura della porte comportava l'immediato blocco dei freni assi, (erano dei robot antropomorfi o degli assi muniti di freno), che se mal gestiti, alla peggio vengono inchiodati dai freni elettromeccanici.
In verità è la prima volta, da cosa ricordo, di un movimento meccanico inerziale che origina schiacciamento.
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