Grazie mille a tutti per la documentazione indicata, era proprio quello che cercavo.
Comunque qualche esperienza la abbiamo: io una vecchia laurea in ingegneria elettronica e la passione nella costruzione di amplificatori BF e mio figlio primo anno ingegneria informatica
Un saluto
Arduino R4 wifi board
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pusillus ha scritto:lelerelele
Dai non demonizziamo troppo Arduino: é stato acquistato per un ragazzo. Dipende dall' età, ma traumatizzare un giovane con i PIC non é bello! Per approcciare all' argomento può andar bene Arduino
Ah.
non ci avevo pensato, di trumatizzare un figlio.
Be per me non è stato un trauma, ma un balzo dentro ai micro che non avevo mai affrontato da giovane, mi ha poi permesso di approcciare abbastanza agevolmente gli stm32.
comunque va bene.
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lelerelele
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lelerelele ha scritto:non ci avevo pensato, di trumatizzare un figlio.
Pensavo si trattasse di un giovanissimo! Ma se frequenta il primo anno di ingegneria potrebbe cimentarsi tranquillamente con i PIC.
...il voto negativo non te l'ho dato io eh!
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Ho 82 anni e ho passato una quarantina di anni a programmare in assembler diversi tipi di microprocessori, tra i quali il PIC.
Arduino l'ho scoperto solo alla fine della mia carriera e posso dire che nella programmazione, c'è un abisso tra il PIC e l'Arduino. Molto, ma molto più facile quest'ultimo.
Naturalmente per entrambi bisogna conoscere i fondamentali dell'elettronica digitale.
Preciso che non sono un esperto di Arduino ma con l'aiuto del forum, anche ultimamente, ho avuto grandi soddisfazioni.
Buon lavoro.
Arduino l'ho scoperto solo alla fine della mia carriera e posso dire che nella programmazione, c'è un abisso tra il PIC e l'Arduino. Molto, ma molto più facile quest'ultimo.
Naturalmente per entrambi bisogna conoscere i fondamentali dell'elettronica digitale.
Preciso che non sono un esperto di Arduino ma con l'aiuto del forum, anche ultimamente, ho avuto grandi soddisfazioni.
Buon lavoro.
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Saverio15 ha scritto:Ho 82 anni e ho passato una quarantina di anni a programmare in assembler diversi tipi di microprocessori, tra i quali il PIC..
complimenti per l'età.
per l'assembler, è certo un odissea, io programmai in codice macchina lo Z80, decisamente tortuoso, un mio amico, ha una azienda e progetta schede, ha sempre usato assembler sui PIC, ed ha rinunciato a prendere alcuni lavori perché in assembler era impensabile farli, mi ha chiamato un paio di giorni ad isegnargli il C++, ora se la spassa alla grande, è felice ed è in gardo di realizzare prodotti decisamente piu complicati. Si è detto del somaro per non averlo fatto prima.
Se ti riferisci alla programmazione C++, OK. Se ti riferisci all'arduino come prendere un blocco di codice copia-incolla nel tup programma, non è il mio metodo di programmare, voglio sapere il come ed il perché quello che ho scritto arriva al processore, mi pare che questo NON si lo scopo degli arduinisti.Saverio15 ha scritto:Arduino l'ho scoperto solo alla fine della mia carriera e posso dire che nella programmazione, c'è un abisso tra il PIC e l'Arduino. Molto, ma molto più facile quest'ultimo.
comunque buono studio.
P.S. anche io ho messo le mani sui processori attuali, PIC prima poi STM32, solo dopo i 50anni! Sono tarato da sempre.
saluti.
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lelerelele
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Vorrei solo precisare che l'assembler è il programma che converte il codice scritto in assembly in linguaggio macchina.
Il linguaggio di programmazione è l'assembly.
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stefanodelfiore
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corretto quel che scrivi, hai ragione.stefanodelfiore ha scritto:Vorrei solo precisare che l'assembler è il programma che converte il codice scritto in assembly in linguaggio macchina.
Il linguaggio di programmazione è l'assembly.
Il motivo, o uno dei motivi, per cui ci si esprime ancora così è che in passato il termine assembler lo si è assimilato come assembly.
Forse perché il suono del termine appariva più grezzo, più vicino al silicio, forse per un equivoco di fondo e un po' di nostra sana ignoranza e pigrizia; di fatto, per molti divenne normale esprimersi così.
Anche oggi non è raro perpetrare l'errore consapevolmente: parte del retaggio di un modo di parlare che come consuetudine, appunto, si è conservato.
Saluti
W - U.H.F.
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WALTERmwp
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