Alcuni anni fa mi trovai a studiare un po' di elettrochimica. Ero arrivato a un buon livello di comprensione, livello che al momento non ho più. Tuttavia, allora avevo notato alcune cose, viste su internet, che non mi quadravano ma non conoscevo ancora questo forum e non avevo pensato di chiedere a voi.
Comunque sia, senza entrare, almeno per ora, in qualche dettaglio più specifico, per esempio non mi convinceva molto quando, passando da batteria "generatore" a batteria che si carica, alcuni parlavano di "inversione di polarità". Ora io la parola polarità la riferisco alla tensione e quello che sembrava a me è che, in fase di carica, ad invertisi fosse la corrente e non la tensione. Bisognerebbe anche intendersi a quale tensione ci si vuole eventualmente riferire, magari facendo un modello reale della batteria, e non so se questo è il problema.
In ogni caso, appunto, anche senza scendere in maggiori dettagli, voi parlereste nel caso che ho esposto, di inversione di polarità?
Polarità. Elettrotecnica ed elettrochimica
Moderatori: IsidoroKZ,
g.schgor,
EdmondDantes
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Se guardi da fuori, nella ricarica hai una inversione del verso della corrente, la tensione ha la stessa polarita`. Cosa capita dentro l'accumulatore puo` essere molto complicato.
PS: mai credere a tutto quanto si legge in internet

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Per usare proficuamente un simulatore, bisogna sapere molta più elettronica di lui
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Se volete risposte rispondete a tutte le mie domande
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In una pila Daniel avevo capito che in seguito a un equilibrio dinamico tra la voglia degli elettroni di tuffarsi nella soluzione e la insorgenza conseguente di un campo elettrico che tendeva a riportarli sull'elettrodo di zinco si creava una tensione tra elettrodo e soluzione, positiva verso la soluzione. Dal lato rame si creava la stesso equilibrio e un'altra tensione di equilibrio conseguente, positiva sull'elettrodo rispetto alla soluzione (soluzione complessivamente allo stesso potenziale grazie al ponte salino). Se si mette un voltmetro tra gli elettrodi di zinco e di rame si può misurare questa tensione complessiva a vuoto. Però, come si vede per esempio qui, https://moodle2.units.it/mod/resource/view.php?id=9689 nel mettere il voltmetro si indicano anche gli elettroni che circolano, che in realtà, a mio avviso, al limite sono un effto collaterale della misura, non una spiegazione di quello che avviene. Cioè non capisco perché nel misurare una tensione a vuoto con un voltmetro si deve far vedere la corrente convenzionale o gli elettroni che attraversano il voltmetro.
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jaelec ha scritto:In una pila Daniel avevo capito che in seguito a un equilibrio dinamico tra la voglia degli elettroni di tuffarsi nella soluzione...
Mi sono accorto che ho sbagliato a dire...In realtà questa "voglia" chimica (lato zinco) è contraria a quella che ho espresso, cioè gli elettroni tendono mediamente ad accumularsi sull'elettrodo di zinco ma all'equilibrio c'è un campo tale che tende a portarne altrettanti in soluzione.
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Io a suo tempo pensavo che esistessero solo voltmetro e voltometro, intesi come sinonimi (anche se voltometro non mi piace), e invece, proprio imparando un po' di elettrochimica ho scoperto che esiste anche il voltametro e non è un ulteriore modo di indicare lo stesso strumento.
https://it.wikipedia.org/wiki/Voltametro
Ora se si mette un voltametro per me ha senso far vedere il passaggio di carica tra un elettrodo all'altro, non quando si mette un voltmetro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Voltametro
Ora se si mette un voltametro per me ha senso far vedere il passaggio di carica tra un elettrodo all'altro, non quando si mette un voltmetro.
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jaelec ha scritto:Ora se si mette un voltametro per me ha senso far vedere il passaggio di carica tra un elettrodo all'altro, non quando si mette un voltmetro.
Per vedere il passaggio di carica tra un elettrodo e l' altro si può usare anche un mAsmetro che è più pratico.
Il limite è dato dal fondo scala, al massimo solo a un paio di Coulumb (mA * s).
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