Negli anni 80 a Roma la c/a 220 V uso domestico fornita dall'ENEL consisteva in 2 conduttori ciascuno di 110 V rispetto alla terra e di 220 V l'uno verso l'altro, il 3º conduttore rappresentava il neutro messo a terra.
Qualcuno mi sa spiegare il perché di questo sistema, motivi storici? Esiste tuttora?
Scusate se uso termini imprecisi, non sono elettricista. Grazie mille in anticipo per delucidazioni e buona domenica a tutti!
Due banchi monofase a 110 V -> 220 V?
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:?: ciao, non ne sono sicuro visto anche la mia relativamente giovane età.
Credo che in quel periodo " subivamo" una notevole influenza dell'industria alleata ( americani) per cui molte apparecchiature avevano bisogno della 110 V e penso addirittura con una frequenza di 60Hz. Certo è che la nostra rinascita industriale è avvenuta con il piano Marshall
( credo che si scriva così) attuato dagli americani per incominciare a contrastare il forte Comunismo presente in Europa. Buon lavoro!!
Credo che in quel periodo " subivamo" una notevole influenza dell'industria alleata ( americani) per cui molte apparecchiature avevano bisogno della 110 V e penso addirittura con una frequenza di 60Hz. Certo è che la nostra rinascita industriale è avvenuta con il piano Marshall
( credo che si scriva così) attuato dagli americani per incominciare a contrastare il forte Comunismo presente in Europa. Buon lavoro!!
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Grazie della risposta!
Ma com'è oggi da voi, a Grosseto? Avete 220 V sul conduttore "L" ed "N" è messo a terra, oppure 110 V su ambedue i conduttori come sopra (Roma Monte Mario, dove avevo casa fino al 1988)?
Ma com'è oggi da voi, a Grosseto? Avete 220 V sul conduttore "L" ed "N" è messo a terra, oppure 110 V su ambedue i conduttori come sopra (Roma Monte Mario, dove avevo casa fino al 1988)?
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Io non ne darei una spiegazione "politica".
Il 115V era diffuso in Italia ancor prima della seconda guerra
mondiale. quindi gli americani non c'entrano.
E ancor prima dell'Enel, c'erano diverse Societa' Elettriche
private che generavano e distribuivano localmente l'energia elettrica,
e naturalmente ognuna poteva avere un proprio criterio di
distribuzione (compresa la frequenza).
Semplicemente il 115V e' la tensione di fase della distribuzione
trifase a 220 V (fra 2 fasi c'e' 220 V, fra fase e neutro 115V).
Poiche' all'inizio non c'erano elettrodomestici e l'uso principale
era l'illuminazione, l'impianto piu' diffuso era solo a 115V,
a cui si aggiunse poi (con un secondo contatore) il 220 V per
l'uso di "potenza" (ad es. i fornelli elettrici, lavatrici ecc).
Con l'Enel e' arrivata l'unificazione a 220 V e 50Hz per tutta
l'Italia, quindi con un unico contatore per qualsiasi utenza
domestica.
Il 115V era diffuso in Italia ancor prima della seconda guerra
mondiale. quindi gli americani non c'entrano.
E ancor prima dell'Enel, c'erano diverse Societa' Elettriche
private che generavano e distribuivano localmente l'energia elettrica,
e naturalmente ognuna poteva avere un proprio criterio di
distribuzione (compresa la frequenza).
Semplicemente il 115V e' la tensione di fase della distribuzione
trifase a 220 V (fra 2 fasi c'e' 220 V, fra fase e neutro 115V).
Poiche' all'inizio non c'erano elettrodomestici e l'uso principale
era l'illuminazione, l'impianto piu' diffuso era solo a 115V,
a cui si aggiunse poi (con un secondo contatore) il 220 V per
l'uso di "potenza" (ad es. i fornelli elettrici, lavatrici ecc).
Con l'Enel e' arrivata l'unificazione a 220 V e 50Hz per tutta
l'Italia, quindi con un unico contatore per qualsiasi utenza
domestica.
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esistono ancora....in un ospedale della provincia di Viterbo vi è in alcuni reparti la distribuzione monofase a 127 V, utilizzata prevalentemente per i circuiti d' illuminazione. C'è da dire inoltre, che l' ospedale possedeva una fornitura in BT con relativa cabina di trasformazione 380/220 V. Ovviamente è in atto l'adeguamento dell' intero impianto elettrico.....
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Scusate, mi sono accorto di un piccolo errore di memoria:
non era 115V ma 127V.
Detto questo, volevo precisare che la "bifase" non c'entra niente
(per bifase normalmente si intendono 2 fasi in quadratura).
La distribuzione e' sempre stata trifase, ma in ogni utenza arriva
solo 1 fase (2 fili)
Poiche' l'attuale distribuzione trifase e' a 380 V, i 2 fili sono fra
fase e neutro (quindi 220 V).
Una volta era trifase a 220 V quindi l'utenza fra fase e neutro era
127V , mentre per l'utenza di potenza venivano presi fra le fasi.
quindi 220 V.
(Non so se questo ha chiarito il discorso. Spero non l'abbia complicato!)
non era 115V ma 127V.
Detto questo, volevo precisare che la "bifase" non c'entra niente
(per bifase normalmente si intendono 2 fasi in quadratura).
La distribuzione e' sempre stata trifase, ma in ogni utenza arriva
solo 1 fase (2 fili)
Poiche' l'attuale distribuzione trifase e' a 380 V, i 2 fili sono fra
fase e neutro (quindi 220 V).
Una volta era trifase a 220 V quindi l'utenza fra fase e neutro era
127V , mentre per l'utenza di potenza venivano presi fra le fasi.
quindi 220 V.
(Non so se questo ha chiarito il discorso. Spero non l'abbia complicato!)
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g.schgor ha scritto:Una volta era trifase a 220 V quindi l'utenza fra fase e neutro era
127V , mentre per l'utenza di potenza venivano presi fra le fasi.
quindi 220 V.
(Non so se questo ha chiarito il discorso. Spero non l'abbia complicato!)
Grazie, così il concetto mi è più chiaro. Mi ricordo, al tempo a Roma parecchie case avevano 2 contatori 127 V e 220 V. Io avevo solo 1 contatore 220 V con quel strano fatto dei 110 o 127 V (non ricordo esattamente) tra ciascuna delle fasi e neutro.
Poi Roma Monte Mario e Viterbo mica sono distanti. In effetti a Monte Mario avevamo la corrente dall'Enel e non dall'ACEA.
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