The top ten hits of all time: the ranked tenth "lo svolgitore rotolone"
Questo breve racconto parla di una storia realmente accaduta, luoghi, personaggi e nomi sono puramente inventati, ma la storia purtroppo no. In non ricordo quale post dimaios e admin suggerivano di "raccogliere" alcune esperienze "particolari" ed è così che ho deciso di tentare di raccontarvele nel migliore spirito di condivisione.
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Il Luogo
Immaginate un paesino nella bassa, un po’ come il paesino di Don Camillo per capirci. Un bellissimo e tranquillo centro storico con diverse aziende che invece di essere dislocate in un tutt’uno in un'area industriale, sono invece annegate tra le case e volte si fa fatica a capire che si tratta di aziende e non di abitazioni. Bene, la nostra storia si svolge in una realtà "annegata", una piccola sede facente parte di un enorme gruppo industriale; si tratta, diciamo così, di un distaccamento "a conduzione familiare". Quindi, via privata immersa nel verde, canali di irrigazione che si intrecciano con le strade e immensi campi coltivato tutto intorno.
Il Tempo
Estate, un caldo torrido che però non disturba perché la vegetazione circostante e una gentile brezza compensano l'elevata temperatura. Unico difetto gli insetti e le zanzare, che, come sciami di aerei da caccia della seconda guerra roteano a sciami compatti. Per la maggior parte del tempo non succede nulla, tutto è tranquillo e non ci si accorge della loro esistenza; ma poi all'improvviso ti attaccano tutti insieme, e a momenti non riesci a vedere più il cielo.
I protagonisti
Mazumba, attrezzista d'officina, l'uomo che sa tutto e a cui tutto compete e fa capo. Esperienza centennale nel modificare un qualsiasi manufatto meccanico purché lo stesso, alla fine del processo di modifica, sia il più discorde possibile con il disegno originale. Il suo motto: "Io il CAD c'è l'ho nelle mani".
MrShop, detto anche "non c’è problema, lo procuro io". Figura indescrivibile fisicamente, uno di quei personaggi che se li vedi non li noti e li dimentichi subito a meno che non incominci a parlare, parlare, parlare, parlare .. Allora non lo dimentichi più; e non solo non lo dimenticherete mai, ma lui diventerà protagonista dei vostri incubi a venire. Si occupa di acquisti e ovviamente procura qualsiasi cosa. Il suo motto è: "massimo sconto, minima spesa"
TheBrain, l'ufficio tecnico fatto a persona. Vive con un mouse innestato nell'avambraccio destro per non fare fatica a tenerlo in mano; disegna qualsiasi cosa e si occupa principalmente di calcoli dimensionali e strutturali. E' colui che progetta le macchine che poi Mazumba, per sua sfortuna o fortuna, modifica puntualmente. La leggenda vuole che abbia eseguito un ritratto del coro parrocchiale del paese con il CAD in 3D. Il suo motto è: “layer zero per le quote per il resto fate voi”.
TheBoss, un nome una professione. E' il capo indiscusso del progetto. Odiato e amato, riporta pedissequamente tutto alla direzione della sede principale del gruppo attraverso l'uso del suo smartphone con il quale vive, è sposato e si dice abbia avuto anche dei figli. Ha paura della sua ombra e per questo non si espone mai al sole. Il suo motto è: “si, ci pensa lei, guardi; mi fa proprio un favore”.
Il prologo
Eccoci qua, una piccola premessa prima di raccontarvi il misfatto, la tragedia, insomma si quanto è accaduto. Premessa necessaria prima di raccontarvi di questo magico momento dove arte, tecnologia e stupidità umana si incontrano. “where art, technology and human stupidity meet”.
La commessa è riferita alla realizzazione del software di controllo di una macchina riavvolgitrice automatica: praticamente uno svolgitore di film plastico per una enorme bobina di luce 1500mm e diametro 1500mm, (l'equivalente della massa di una Panda ma compressa in un cilindro); e quindi un gruppo di piega e due riavvolgitori automatici a torretta per riavvolgere il film originale in bobine di dimensioni più piccole e un robot antropomorfo di carico e scarico dei manufatti prodotti.
Nulla di che, verrebbe da dire ai più, se non fosse che la macchina sin da una prima analisi, presenta alcuni aspetti meccanici inquietanti. Le "spalle" che sostengono l'albero della bobina in svolgimento sono realizzate in leggero alluminio di spessore circa 25mm, la pesante bobina, la nostra Panda compressa, è sostenuta su di un albero espansibile che viene "appoggiato" sulla struttura mediante due cuscinetti montati sul profilo della stessa ed è "bloccato" mediante un terzo cuscinetto che ruota su di un perno sempre in alluminio di sezione pari a circa un dito della vostra mano. Questo, una volta ruotato, si appoggia sull'albero a formare un triangolo con gli altri due cuscinetti. Il tutto è bloccato mediante un pomello che stringe una sottile vite passo 8mm avvitata direttamente sul profilo della struttura.
"Vabbè" diranno i più, "cosa c'è che non va", nulla; se non fosse che la macchina deve funzionare con una velocità di 600m/1’ .. seicentometrialminuto .. trentaseichilometriorari .. che se a voi non sembrano tanti sappiate che non lo sono. Oltre 1000Kg di bobina .. millechilogrammi ... che ruota in funzione del suo diametro da circa 250rpm .. duecentociquantaerrepiemme quando il suo diametro è maggiore.. sino a oltre 3000rpm .. tremilaerrepiemme quando il suo diametro è minore. Ai più bravi il compito di calcolarne l’inerzia.
Torniamo a noi, come sempre avviene in fase di commissioning di un progetto si procede per passi. Anche se piccola, la macchina in questione è pur sempre una macchina di linea e quindi il debug del codice di controllo e di tutti gli automi che governano le singole parti avviene per stadi successivi.. Eseguita una taratura preliminare degli assi il tutto viene fatto funzionare a bassa velocità per sincronizzare tutti i sistemi sino al punto in cui finalmente si procede con il test finale.
"Uffa", diranno i più giovani lettori, "ma quando arriva la storia" .. "basta con queste premesse".
E’ vero, mi sono sin troppo dilungato. Un'ultima informazione prima di incominciare: la bobina dello svolgitore è controllata mediante una riduzione ratio 1:2 ottenuto mediante due grosse cinghie dentate e una doppia coppia di pulegge parallele spinte da un poderoso e imponente motore brushless di quasi 150Nm nominali .. centocinquantanewtonmetrinominali .. immaginate un grosso e cattivissimo cubo nero di circa 200Kg di peso.
La storia
Primo meriggio, il torrido sole estivo potrebbe essere insopportabile se non fosse per una lieve brezza che sposta i cirri nel cielo e attenua la calura. E’ finalmente arrivato il giorno finale, di ritorno dal pranzo la comitiva di tecnici e affini si appresta al test funzionale della macchina a velocità di produzione dopo una intensa settimana di test a bassa velocità.
TheBoss, con un tono di timore, "okkey ragazzi, se è tutto okkey" ... "ed è tutto okkey allora incominciamo a centometrialminuto, e poi si sale piano piano piano sino a raggiungere i seicento"
TheBrain, “capo, abbiamo solo tre bobine per il test" .. numble numble .. "se incominciamo così le consumiamo subito subito, partiamo più veloci".
Mazumba, "ragazzi non scherziamo, non siamo mai andati oltre i trentametrialminuto, saliamo piano piano; ascoltate me".
TheBrain, "non se ne parla nemmeno, la macchina l'ho progettata per seicentometrialminuto e facciamola andare a seicentometrialminuto"
.. pausa di silenzio ..
MrShop , "serve qualcosa, volete un caffè?"
.. pausa di silenzio ..
allora chiedo, "signori, allora quale velocità impostiamo?"
TheBoss: "okkey okkey, facciamo quattrocento"
e quattrocento sia! Con una dolce accelerazione di qualche decina di secondi la macchina incomincia a funzionare.
Mazumba, " tutto okkey”
io rispondo "tutto okkey, le correnti dei motori sono buone, non ho un grande lag error sugli assi e i ballerini rispondono bene, sembrano ben tarati"
TheBrain, rivolto al capo "etteloavevodettocheeratuttookkey"
TheBoss risponde "okkey okkey, saliamo di velocità, cinquecentometrialminuto“
Mazumba ,"calma calma, le spalle vibrano un po’”
TheBrain " non ti preoccupare è solo un po’ di risonanza" cenno di assicurazione al capo "i calcoli e le frecce li ho fatti io"
.. mi soffermo a pensare: " i calcoli e le frecce, ci saranno mica degli indiani”
MrShop, "serve qualcosa, volete un caffè?"
.. pausa di silenzio ..
io rispondo "allora cinquecentometri?"
TheBoss guarda Mazumba che restituisce uno sguardo del tipo "lo ha detto lui, lo ha detto...." e quindi ordina: “cinquecentometrialminuto”
.. la vibrazione delle spalle sembra per un attimo attenuarsi per poi aumentare ..
io "che faccio, spengo"
TheBrain, "no no, non è nulla salga a seicentometralminuto"
io chiedo conferma, "seicentometrialminuto?"
.. cenno di affermazione del capo mentre TheBrain mi osserva spazientito ..
seicentometrialminutovirgolazerozero .. ora la macchina è a pieno regime, le vibrazioni sembrano attenuarsi, gli avvolgitori sfornano bobine una dietro l'altra e il robot le scarica diligentemente sul nastro trasportatore
.. che bello penso funziona tutto a dovere ..
Una voce spezza il silenzio, Mazumba chiede: "simuliamo un quick stop, insomma una fermata di emergenza e vediamo cosa succede"
TheBoss mi guarda con fare interrogativo, io chiedo "quanto tempo programmiamo per la rampa di decelerazione?"
TheBrain "tre secondi, tre secondi non c'è problema"
io chiedo, "tresecondi?" .. “non sono pochi per una bobina così grande e una struttura così leggera?”
Mazumba non parla ed annuisce mentre TheBrain insiste "tre secondi, ma non ha visto che motore c’è montato?" .. “e che cinghie poi” .. “tresecondi”.
Programmo allora il profilo di decelerazione e invito TheBoss a premere il pulsante di quick stop: "prego, a lei l'onore, aspetti solo un attimo che mi sposto dietro così che possiate vedere meglio"
letteralmente mi levo di mezzo e mi allontano dietro la spalla posteriore dello svolgitore.
Un botto, un rumore di parti metalliche che rimbalzano sul pavimento, uno sfregolio di cinghie che si sgranano e lasciano a terra i loro denti, faccio appena in tempo a girarmi per vedere che i motori si sono perfettamente fermati. La bobina, che avrà avuto oramai il diametro di circa un metro si solleva dallo svolgitore e ricade sul naso di piega che si trova in pendenza davanti ad essa. Tocca terra e schizza via lasciando dietro a se una striscia di film plastico stampato con disegni di fiorellini e pupazzetti colorati alla velocità della luce, come la pubblicità di una famosa carta igienica. La bobina si srotola, in un attimo attraversa il piccolo capannone e si schianta contro il muro di mattoni .. penso tra me "che botto, ora si rimbalza". No che non non rimbalza, sfonda il muro, lo attraversa lasciando l'ombra della sua forma come nei migliori cartoni animati di Wile E. Coyote e scompare nel buco .. un fruscio e poi il silenzio spezzato solo da una irripetibile raffica di imprecazioni di Mazumba che corre verso il buco, ci si infila e scompare.
Tutti di corsa fuori dalla porta di emergenza. Mentre corro penso "speriamo non abbia ammazzato nessuno e cerco velocemente di orientarmi per capire "dov'è il parcheggio, e la mia auto, dove ho messo la mia auto". Una luce accecante mi abbaglia uscendo dalla porta di sicurezza e mi ritrovo in un campo di granoturco "menomale non è morto nessuno" .. "menomale la mia auto è salva" ... "ma dov'è la bobina?". Seguo TheBrain, MrShop e TheBoss lungo il perimetro dell'edificio scavalcando arbusti e rovi sino al buco nel muro, immaginate un enorme rotolo di carta igienica srotolato in un campo di grano con piante alte due metri schiacciate come fuscelli per tutto il suo tragitto di una decina metri. Eccola la, enorme, distruttiva e finalmente ferma. C’è seduto sopra Mazumba che ride come un pazzo .. guarda TheBoss e TheBrain ed esclama "te lo avevo detto io che non le tue spalle del xxxxx non avrebbero resistito molto" .. "teloavevodettoio" .. "teloavevodettoono?".
Il finale
Il commissioning fu ripreso e terminato una ventina di giorni dopo, la macchina fu “leggermente” modificata: le “spalle” erano in ferro di circa 70mm di spessore e l’albero espandibile era vincolato alla struttura mediante due solidi e collaudati supporti tipo svecom.
A, quasi dimenticavo, alla domanda “quanto tempo impostiamo per la decelerazione di quick stop?” mi fu risposto: “cinque secondi" .. "cinque" .. "no meglio sette secondi, non vorrei che poi la bobina implodesse su se stessa durante la decelerazione”.