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Ruralvisor

........     autunno 2007      ....

"Ti vardàvito Rintintin da pìcoo?"1
Non so come mai Giovanna mi faccia questa domanda mentre stiamo guardando su Sky il posticipo Parma-Inter.
Ci sto pensando anche adesso che è mezzanotte passata. Giovanna è già a letto ed io, che non riesco ad imparare quel che mi ero messo in testa (le matrici, gli autovalori e gli autovettori, Scilab e compagnia bella), ho deciso di ritornare su quella domanda.

Da un po' di tempo mi chiedevo cosa potevo ricordare per poterlo scrivere. Che un po' mi diverte. Ma non mi veniva in mente niente di significativo (per me intendo, non certo per il genere umano). Il non venirmi in mente nulla mi innervosiva e mi deprimeva (sono incline alla depressione) perché mi sembra di aver riempito di niente un mucchio di anni.
"Diamine, che fine ha fatto il tempo?" ho anche letto, proprio oggi, in "Penne" il primo dei racconti di "Cattedrale", di Raymond Carver.

Be', ci sono cose che ti rimangono impresse e che non dimentichi più.
Perché le racconti, una volta, due volte... finché diventano un definitivo pezzetto dello strano puzzle della tua vita.
Giovanna è l'interruttore che accende il mio lontano ricordo. Non è la prima volta che mi capita di raccontarlo, penso. Anzi ne sono sicuro, data l'età; quando parto per rispondere infatti, Marco un po' sorride.

Il Ruralvisor non è niente di straordinario. Singolare il nome, certo: era la marca, mai più sentita poi, di un televisore. A dire il vero anche allora, fine anni cinquanta, il nome Ruralvisor per un televisore, non ispirava grande fiducia. Rappresentava l'occasione per acquistare una televisione. Dico televisione e non televisore, perché così dicevamo, e ancora adesso, in dialetto, lingua madre.
Mia nonna non la possedeva ancora. Tanto meno mia mamma. La televisione era un oggetto che riuscivano ad avere i più benestanti. Oppure c'era nei bar dove si andava a vedere "Lascia o raddoppia?" il giovedì sera. Io vidi anche i campionati del mondo di calcio in Svezia, nel 1958, "dalla Vittorina", il bar centrale del paese che ora non esiste più. Svezia-Brasile 2-5 la finale, tanto per entrare nei particolari. Superflui, forse, ma non così tanto per me.
Lunedì film. Martedì e mercoledì non ricordo. Ma c'è internet: controllerò. Sabato varietà. Domenica, "La domenica sportiva" intanto (e con tutti gli sport, non come adesso che parlano solo di calcio). Il venerdì era invece dedicato al teatro. Mia nonna ne era appassionata. Sia perché leggeva molto, sia perché come ho saputo molto tempo dopo, era stata la regista della compagnia di recitazione del paese. Il venerdì sera lo passava dalla "Soci", la moglie sarta di Oscar uno dei benestanti del paese, anche se non so più per quale motivo lo fosse. Comunque più soldi di noi e di mia nonna ne doveva avere. Difatti aveva la televisione. Uno dei primi a possederla come privato in paese.
La seguivo anch'io con mia mamma. Ricordo "Cime tempestose" di Emily Bronté e "Jane Eire" di sua sorella Charlotte. So che mi mettevano paura, ma non saprei dir nulla della trama. Con internet si fa presto, lo so, a trovarla: ma non è questo il punto.

Però come bambino i programmi preferiti erano i telefilm del pomeriggio. La TV dei ragazzi iniziava alle 17 (o 17:30...? ). C'era "Zorro" ad esempio. Mamma mi accompagnava la domenica al bar-bottega alimentare dei "Mas-cianzina". Papà, mamma e due figli. In tutto più di mezza tonnellata, di sicuro. Franchin, il figlio più piccolo, divorava panini spiralati del diametro di 30 centimetri, con un etto di mortadella o più, per lo spuntino di mezza mattina.

Mi è rimasto inciso nella memoria un fatto di per sé insignificante. Mia mamma durante il tragitto a piedi mi mostrò le nuove cinquanta lire di metallo, quelle dove c'è l'uomo che batte il ferro sull'incudine.

Le digressioni sono molte, come si vede quando ci si avventura nei ricordi, e non so se c'entrino qualcosa con il Ruralvisor.
Era quel periodo lì, comunque, della mia vita. Quando la sensazione dell'esistenza è diversa e non fa ancora paura. Un'avventura nuova ogni giorno. Stimolante. Sorprendente. Senza noia.
Ad ogni modo ciò che mi premeva proprio vedere per televisione era la serie de "Le avventure di Rin-tin-tin"

Ora rido di chi guarda i serials di qualsiasi tipo che, sinceramente, mi irritano. Creano un'aspettativa inutile, che disturba. Quelli che ci riescono. Non molti per la verità. Almeno per quel che mi riguarda.
Ma a quel tempo erano valutazioni impensabili; non eravamo sommersi da serials come adesso, spesso abbastanza stupidi. Era bello aspettare il nuovo episodio di Rin-tin-tin. Creava un po' di sofferenza, ma poi era ancora più bello vederlo. Venti minuti. Quasi senza respirare. Con il cane lupo intelligente buono e coraggioso ed il bambino-caporale Rusty a cui, più che ad ogni altro, ubbidiva. Niente, una vera estasi, se così si può dire, lo stare immerso nel buio della stanza con la faccia illuminata dai bagliori biancastri del tubo catodico che ti trascinavano nelle praterie dove Rin-tin-tin correva e catturava malfattori di ogni genere. Si poteva proprio stare sicuri e tranquilli con un cane così. E poi come sapeva anche giocare ed essere simpatico!
Il telefilm lo vedevo a casa di Andrea, mio amico. Ci andavo volentieri, per quello; ma quanto avrei desiderato gustarmi da solo a casa mia il telefilm! Con una televisione mia. Da poter accendere io quando scoccava l'ora della TV dei ragazzi.
Beh, inaspettatamente il sogno tanto agognato stava per avverarsi. Un'occasione fortunata. Nonna poteva acquistare un televisore. Prezzo abbordabile riservato ai contadini. Ecco il motivo del nome! Mia nonna era maestra e mio nonno, che non amava molto lavorare, si limitava alle campagne dello zuccherificio, andava preferibilmente a caccia e pesca e curava (quando ne aveva voglia) le cinque pertiche di terra che circondavano la casa: un vigneto davanti ed un pioppeto sul retro.
Teoricamente non poteva rientrare a pieno titolo tra i contadini che potevano acquistare a prezzo di favore un Ruralvisor. Ma il direttore del consorzio agrario, era il fratello del marito di mia zia. E così, dalla sua posizione di potere, aveva trovato una motivazione per aggiustare la ferrea regola imposta a tutti gli altri per l'acquisto del Ruralvisor. Insomma in casa se ne parlò ed io capii che avrei avuto la possibilità di vedermi a casa di nonna, da solo, Rin-tin-tin.

Gioii, anche se, a dir la verità, quel nome, Ruralvisor, un poco mi inquietava.

Che marca sarà mai? Mi chiedevo. Zio Bino ci scherzava sopra. Quando finalmente lo portarono disse: "Ecco anche noi ora abbiamo il nostro bel Ruralvisor!"

Io temevo quel nome, così diverso da Philips o Magnadyne che davano più garanzie. Ma cercavo di scacciare i dubbi. Funzionerà come gli altri, pensavo e speravo.
Ma continuava a turbarmi.

Finalmente un giorno arrivò il furgoncino con due tecnici.
Installarono l'antenna ed il televisore.
Lo accesero.
Apparì il cinescopio.

Era mattina. Le mie paure si dissolsero. Per di più i tecnici assicurarono che era una sottomarca di qualche altra marca famosa. Allora andavano molto le sottomarche, soprattutto per chi non poteva permettersi le marche originali. Anche per le biciclette. La Bianchi costava parecchio. Pure la Dei. Quella che si acquistava però era buona lo stesso perché era una sottomarca della casa madre, praticamente uguale alle originali. Solo la scritta diversa. Dicevano. La mia Clodia per esempio era così. Il cambio però aveva solo tre velocità. Marca Simplex3. Speravo fosse una sottomarca del Campagnolo. Ma c'era quella molla grossa e nera, di latta, che non mi convinceva. So ad ogni modo che ad un certo punto fui costretto ad eliminarlo: non solo non riuscivo a cambiare, ma nemmeno a pedalare.
Ma restiamo sul Ruralvisor.
Non saprei descriverne con precisione l'aspetto, un parallelepipedo marrone lucido, finto mogano o finto qualcos'altro. In Internet non ho trovato nulla, ma me lo aspettavo3. Ne ho trovato uno che vi assomiglia, il Radiomarelli qui sotto. Presumo quindi che il Ruralvisor ne fosse la vantaggiosa sottomarca!

Dissi ad Andrea che non sarei andato da lui quel pomeriggio a vedere Rin-tin-tin. Anche mia nonna ora aveva la televisione. Gli dissi che non mi ricordavo la marca. Temevo che si mettesse a ridere:"Cosa? Un Ruralvisor? E che marca sarebbe?" "Funziona almeno?" avrebbe anche potuto aggiungere.
Cercavo di convincermi di essere troppo pessimista. Che i miei timori e le conseguenti derisioni degli altri erano solo il frutto di una mia incontrollata immaginazione.
Mi misi dunque ad aspettare le diciassette (o 17:30...).
Guardavo continuamente l'orologio.

Sembrava fermo.

Finalmente le lancette si posizionarono come per tanto tempo avevo atteso.

Socchiudemmo le finestre e zio Bino azionò la manopola.

Sicuramente la sigla della TV dei ragazzi era già partita, però non si vedeva e non si sentiva nulla.

Solo la lucetta che indicava tv acceso ed il ronzio dello stabilizzatore di tensione.

Nient'altro.

"Occorre un po' di tempo che si scaldi" disse zio Bino, a cui io credevo molto.

Dopo un paio di minuti lo schermo però è ancora grigio.

Forse due minuti di riscaldamento sono pochi.

Ne passano altri due.

Niente.

Schermo sempre grigio.

Altri due.

Sempre niente.

Il sospetto si fa sempre più concreto. Temo proprio che l'immagine non comparirà mai.
E' quel che succede infatti.

Nel frattempo la puntata di Rin-tin-tin è già partita ed io non sto vedendo nulla.
Non so nulla di ciò che stanno facendo Rusty e Rinty.

Niente.

Persa.

Penso di correre a casa di Andrea. Lui sicuramente la sta guardando insieme agli altri amici.
Ma a parte i cinque minuti e passa che impiegherei per arrivare, poi mi sentirei addosso lo sguardo irridente di tutti e sento già la sfilza di domande semicanzonatorie che seguiranno:
"Ma non avevi detto che tua nonna aveva comprato la TV? Non l'ha comprata?"... "si, ma..."... " Cosa? Subito? La prima volta? Ma che marca è?"
"Un Ruralvisor" sarei stato costretto a rispondere.
E lì tutti più o meno a ridere mentre a me poteva scappare da piangere.
Resto, per i venti minuti della durata del telefilm, davanti allo schermo inerte e grigio del televisore nuovo di zecca.

E' così che ho passato la mia prima sensazione di essere diventato ricco.

Note

1-Tu guardavi Rintintin da piccolo?
2-Alcuni mesi fa, uno dei ben circa quattrocento lettori, se così si possono chiamare quelli che in quattro anni sono capitati sulla prima versione di questa pagina, mi informa che la marca di cui parlo esisteva davvero. Riporto qui, per comodità, il suo commento

Buonasera Sig. Zeno, ho letto con piacere il suo racconto a proposito del televisore Ruralvisor e vorrei fornirle alcune informazioni a riguardo.
I televisori marcati "ruralvisor" in realtà erano modelli analoghi a quelli costruiti dalla Tedas (un piccolo costruttore umbro) con l'unica variante commerciale che venivano distribuiti attraverso i consorzi agrari.
Sono certo che in questa pagina http://digilander.libero.it/tedas/ riconoscerà il suo televisore, dalla sua descrizione sembra che si tratti del modello 3T22 comunque anche i successivi modelli MARTE da 17" e 21" venduti nei consorzi venivano marcati RURALVISOR.
Come lei ha giustamente affermato, si trattava di televisori più economici di quelli prodotti dalle marche più blasonate, ma che comunque solitamente riscuotevano un discreto successo per il loro buon funzionamento, dato che il cinescopio, le valvole e il resto della componentistica montata era di buona qualità, il modello 3T22 si rifaceva al classico schema dei televisori Geloso, ormai già ben collaudato anche da molti neo-costruttori come, appunto, la Tedas.
Va detto che all'epoca (succedeva anche a quelli delle migliori marche) non era raro che il fatto che il tv potesse guastarsi in garanzia, è probabile che a difettare sia stata una valvola, anche se nuova.
Sarei curioso di conoscere il seguito della sua storia, se il suo ruralvisor fu sistemato e per quanti anni fu utilizzato, e nell'eventualità che questo televisore sia arrivato fino ai nostri giorni sarei felice di poterlo acquistare dato che sto predisponendo un piccolo museo dedicato a questa marca, inoltre mi farebbe piacere se potesse autorizzarmi a inserire il suo racconto (che per me rappresenta una importante testimonianza) su un prossimo sito internet dedicato alla storia della Tedas, in via di realizzazione.
Ringraziando per l'attenzione, porgo Cordiali Saluti. Gino
Quindi eccolo il mio primo Ruralvisor

3-Cambio simplex (Vedi qui: incredibile!)

Libro

il racconto è inserito anche in questo libro cartaceo

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Commenti e note

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di ,

Mentre aspetto l'arrivo di due libri di De Crescenzo da leggere,sto leggendo un vecchio libro edizione ERI "Uomini dell'elettricità", ed ovviamente non mi faccio scappare i piacevoli racconti by admin,nonostante egli li nasconda dalla home page .. :) .. in quest'ultimo leggendolo mi riaffiora il vago ricordo del tv b/n ed il suo "manopolone" con le famigerate lettere "A...G...F" per il cambio canali,ci sintonizzavamo per non perdere le mitiche trasmissioni,nel mio caso una era proprio la già citata serie rin tin tin, ed il mitico carosello .. https://www.youtube.com/watch?v=KcJrh2NZ2AA .. :) ..e se la memoria non mi tradisce, quel tv era un Voxson o simile, che ad un certo punto della sua carriera per un regolare avvio aveva bisogno di qualche affettuoso "scappellotto " che mio padre puntualmente non gli faceva mancare ... :). Grazie Zeno per il racconto. ps. --perchè i tuoi racconti li nascondi?-- ;)

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di ,

Mesagne, mi hai fatto venire in mente Anita, l'amica di nonna che veniva a vedere sul Ruralvisor (dopo che quello del racconto fu sostituito con uno funzionante ;-) ) "Il Musichiere" con Mario Riva. Molto seriamente, mentre Mario (lei lo chiamava proprio così come fosse un nuovo amico) parlava e sorrideva a tutti noi seduti ad ascoltarlo, ci chiese: "Ma loro... che ci vedano?"

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di ,

Questo articolo stride con la percezione dell'elettronica delle ultime generazioni. Stentano a credere che fino a pochissimi anni fa, niente schermo piatto, niente cellulari....
Io ho il ricordo indelebile del primo televisore.
Su di un mobiletto antico a pusttro gambe.
Ogni tanto, stranito dalle figure che si agitavano sullo schermo, mi alzavo e andavo dietro al emobile per capire come facessero persone, carri e cavalli, ad occupare quell' esiguo spazio...

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di ,

Prima dell'avvento del "Ruralvisor" esisteva anche la "RadioRurale" un apparecchio radiofonico distribuito secondo regole ferree e non acquistabile dai privati http://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Rurale

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di ,

Be', Guerra, non importa: non si perde granché. Sono degli "amarcord" personali che scrivo più che altro per me. Non li faccio leggere nemmeno ai miei familiari. Prima li chiudevo in una cartella ora ne lascio qui, sul blog. Una specie di diario asincrono, un po' per illudermi che anche nella mia vita ci siano episodi da ricordare. Questo c'era già da tempo, insieme ad altri, scritti con il sistema vecchio, che ora dava problemi di visualizzazione vari con gli accenti ed altri caratteri speciali. L'ho riscritto con il nuovo metodo, come qualche altro. Ad ogni modo grazie del tuo passaggio ed anche di quello di Attilio, ovviamente; non nego che mi facciano piacere! ;)

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di ,

Il fatto che i tuoi racconti non compaiano in prima pagina, me li fa "scappare"; cosa che mi dispiace. Devo venire a sbirciare più spesso tra i tuoi articoli, non solo quando cerco qualcosa per gli altri.

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di ,

"E' così che ho passato la mia prima sensazione di essere diventato ricco." Questa frase mi ha fatto molto riflettere. E'un paradosso che "a sensazione" mi sembra di avere già provato in qualche circostanza. Ma non riesco a fare mente locale, sarà un esercizio per la mia memoria, anche se attualmente appena mi sdraio a letto per sera, prendo sonno in 30 secondi scarsi.

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